Facciamo il punto sulla Ninjatune, che ultimamente ha pubblicato, come sempre, molto e bene. Iniziando dagli Invisible, forse l’unica band vecchio stile dell’etichetta londinese, giunti al terzo album dopo una serie di vicissidutini accorse al cantante Dave Okumu.
La perdita impovvisa della madre prima e il rischio di morire folgorato sul palco durante un live a Lagos.
Pur nel rigore compositivo che li contraddistingue si tratta di un lavoro felice, realizzato con l’aiuto di Anna Calvi, Rosie Lowe, Connan Mockasin e Sam Shepherd (Floating Points) ed imperniato sul concetto fuori moda di pazienza.
Pur nel rigore compositivo che li contraddistingue si tratta di un lavoro felice, realizzato con l’aiuto di Anna Calvi, Rosie Lowe, Connan Mockasin e Sam Shepherd (Floating Points) ed imperniato sul concetto fuori moda di pazienza.
Proseguiamo con una novità assoluta, ovvero la collaborazione a quattro orecchie tra Max Graef e Glen Astro, due tedesconi “innamorati della musica” che se devono far ballare un club non lo fanno con una solita, prevedibile mistura in quattro quarti. No. Corrono in lungo e largo per spazi, tempi, ritmi: un approccio da “digger” d’alta classe e altissimo entusiasmo.
E concludiamo con gli arpeggi celestiali di Space Dimension Controller. Sempre nel suo universo retrofuturistico fatto di 80s belli freschi, fusion dei 70s e space funk.
Prince, James Stinson e Manuel Gottsching nello stesso studio di registrazione, questo hanno detto della sua musica che si muove dal pop alla psichedelia su raffinati tocchi deep, electro e techno.
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