28/04/16

JOLLY MARE - MECHANICS

- Frequenze Reviews -


La premessa è che chi vi scrive di questo album è la persona sbagliata.
Ne parlerebbe sicuramente in maniera più appropriata il mio socio. Tuttavia, per una sorta di scambio politico, a volte ci piace invertire l'ordine degli addendi guardando al risultato. Ci piace mettere in crisi la proprietà commutativa.
Per chi scrive è divertente. Come trovarsi in abiti non propri.

Va bè, in sostanza, dimenticatevi una recensione accondiscendente e pomposa perchè è evidente che non sarà possibile.

La cosa bella di Mechanics è che è un disco di un Italiano.
Italiano è un aggettivo che accanto al termine musica di solito provoca orticaria. Qui invece italiano è una specificazione che richiama la qualità che solo l'Italia sa dare.
E' questo è bello.
La cosa brutta è che quasi nessuno qua in Italia apprezzerà questa dote. Forse il mercatino dei dancefloor alternativi...ma il mercato vero, quello dei dischi e delle classifiche.......sappiamo cosa può generare, sappiamo quali doti richiede e a cosa conduce. Lasciamo perdere.

Fortunatamente Jolly Mare è una persona consapevole: ha puntato dritto all'estero. Sponsorizzato dai nouvaiorchesi di Bastard Jazz ha capito come valorizzare la sua italianità.
Poi è evidente che ha capacità. Il respiro è ampio. E i suoi polmoni lo tengono bene.

Poi che vi devo dire.
Il disco non mi fa impazzire, ma è una questione di gusti. Nel senso che io di base non ascolto dischi con richiami funk. Mi rompo i maroni. Ne ho ascoltati troppi da piccolo, ci sono cresciuto. Qui il funk è abilmente mischiato ad altro, la nicchia è allargata e l'unica cosa che mi tiene veramente lì è che si sente che è suonato.
Mi piacciono i richiami a Tony Esposito, a De Piscopo, quelli più fusion alla Daniele. Mi piace la veracità degli ottanta che fuoriesce molto spesso: mi piace perchè li ho vissuti, perchè mi sovvengono ricordi piacevoli di un periodo passato e di quello che girava in radio, ma non credo che ad un pischello di 25 anni possa fregare qualcosa di questo o che possa far dei collegamenti reali con un periodo che può vedere o ascoltare solo su Youtube.

Ho letto di disco per l'estate, di musiche da spiaggia assolata.....mah.....io trovo che l'unica vera fonte di calore sia la sua essenza analogica. Ecco, quella mi scalda, mi porta a pensieri sopra i 20 gradi.

Per il resto lo trovo un disco marittimo, quello sì. Ma se dovessi associargli una stagione non prenderei l'estate.
Prenderei quella mezza via che la precede o che la segue, quella in cui gli ombrelloni sono pochi, le speranze devono ancora nascere veramente o sono definitivamente concluse, quella delle nuvole che spesso coprono il sole.

L'estate è la stagione degli impeti forti e del calore insopportabile.
Trovo questo disco molto più misurato, più gestito. Un disco composto, perdonate il doppio senso.
E guardando la foto di Fabrizio Martina, direi che composto, tutto sommato, gli calza a pennello.





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