12/10/13

PENSIERI SULLO STAGE DIVING DI EVEN FLOW

- Considerazioni & Frequenze Old School -


Dunque, innanzitutto fra qualche giorno esce il nuovo album dei Pearl Jam.
E sinceramente non me ne frega un accidenti se so già che non sarà nulla di eccezionale, anzi, che sarà forse la cosa più normale di questo mondo (per gli standard di normalità a cui Vedder & C ci hanno abituati).
I Pearl Jam sono il gruppo rock più fondamentale dopo i gruppi rock fondamentali.

Nel senso che a livello storico ci sono delle gerarchie che il tempo ha scritto e che esulano dal puro gusto musicale, quindi i Pearl Jam non esisterebbero senza, chessò, i Count Five o i Led Zeppelin o Bruce Springsteen. Sono semplicemente venuti dopo, bisogna averlo ben presente.

Ogni tanto sento il bisogno delle gelatine.
In fin dei conti uno raccoglie innanzitutto i frutti della sua giovinezza prima di tutti gli altri.

Le passioni musicali, durante la vita, possono essere migliaia: si può nascere nel blues e morire nella lirica passando attraverso un arcobaleno di stili, ma gli anni critici (quelli attorno alla maggiore età), sagomano l'esistenza un pò per tutto ed è ciò che ricevi in quegli anni che ti segue sotto pelle fino alla fine dei giorni.

Per quanto mi riguarda posso dire che è stato lì che ho ricevuto il battesimo musicale più potente ed illuminante della mia esistenza. Uno scroscio di emozioni che avrò rivissuto ormai un centinaio di volte da allora, ed ogni volta riesce a darmi i brividi, anche oggi, anche adesso.

Lo considero un imprinting emotivo, un big bang legato alla musica, pur non essendo avvenuto all'inizio della mia vita musicale.

Lo stage diving di Even Flow.

Se non avete mai visto lo stage diving di Even Flow, fatelo, perchè aggiungerete un tassello alla gamma di esperienze che la musica può regalarvi. Ascolterete un pezzo meraviglioso, e, a parte questo, almeno saprete di cosa sto parlando.

Even Flow è un pezzo di Ten, "l'album" dei Pearl Jam per eccellenza, il primo.
Uscì come singolo nel '92, dopo "Alive" e prima di "Jeremy", due brani che ebbero sicuramente più successo, almeno da noi in Europa, forse perchè potevano contare su ritornelli più orecchiabili da subito ed uno sviluppo un filo più lineare.

"Even Flow" è una cavalcata potente, basata su un riff ritmico di Stone Gossard, qualcosa di più vicino al blues e al funk e lontano chilometri dal grunge a canoni "stoner" di Alice in Chains e Soundgarden, giusto per indicare gli altri 2 pilastri del movimento di Seattle in quegli anni.

In generale i Pearl Jam sono sempre stati i meno assolutisti di quel gruppo, più vari e legati ad un rock che pur con picchi rabbiosi verso il punk, è sempre rimasto più comprensibile da tutti, più popolare, se mi passate questo termine non in senso dispregiativo.

Lo stage diving di Vedder, che caratterizza il fulcro emotivo del video, è stato girato ad inizio '92 al Moore Theater di Seattle durante l'ultimo concerto dei Pearl Jam nella città natale, prima di partire per il tour europeo.

Una curiosità: "il volo" in quel concerto non è avvenuto durante Even Flow, bensì in Porch, altro brano del primo album, ma è stato montato, insieme ad immagini di altri brani, nel video ufficiale del pezzo di cui stiamo parlando, diventandone, a tutti gli effetti, un simbolo vero e proprio.

E' situato al centro del brano, nel momento in cui, dopo il secondo ritornello, parte l'assolo di Mike McReady:

Vedder comincia ad arrampicarsi sui palchi del teatro. Scala un tubo dell'impalcatura, avanzando e ondeggiando come una scimmia.
La musica ora è solo una base, un tappeto.
Il pubblico, i tecnici e gli stessi Pearl Jam guardano Vedder fra il divertito e lo stupito, sentendo però qualcosa salire, sapendo che qualcosa deve succedere, qualcosa STA succedendo.

Vedder atterra sopra un palco in precario equilibrio e guarda giu. Tutti in quel momento capiscono.

Capiscono che stanno assistendo ad un suicidio.

E molto di più: hanno visto l'evoluzione umana in pochi semplici gesti.

Il puro istinto trasformarsi in pensiero, la scimmia che scala l'albero, cresce, realizza la sua condizione.

Il teatro è buio, Vedder è illuminato da un fascio di luce blu glaciale. La musica si abbassa ancora.

Poi quello sguardo.

Quello sguardo è la cosa più insana e al contempo triste e affascinante che abbia mai visto.
Dentro quello sguardo c'è la giovinezza, l'autodistruzione, la follia, l'eternità.

E il volo. Sgraziato, mortale. E la gente che si chiude e abbraccia quel volo come il padre fa col figlio che cade. E poi la salvezza, l'urlo, l'esplosione. 

Ecco, quando vieni battezzato con queste emozioni a 17 anni, poi non scappi più. Quando quell'energia nervosa ti pervade, poi, a vita, tenderà ad riaffiorare, alternatamente, in base agli stati d'animo.

Tipo adesso, che ho appena fatto vedere il video di Even Flow al mio bimbo di 3 anni.
Mi ha detto "Bellissimo! Ancora!".
Boom.

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