Peter Kruder poteva scegliere due strade differenti per costruire il suo personale mixtape sui Pink Floyd:
1) compilare il proprio inventario senza introdurre alcuna sovraincisione ai pezzi originali 2) utilizzare il catalogo dei PF come elemento base dove intrecciare beat e riff per attualizzarne il sound.
L'avrebbe saputo fare, ne sono certo, è maestro in questo. Ma Peter ha scelto la prima via: non lasciare impronte tutelando al 100% la matrice originale.
Forse per non urtare i suscettibili fan, forse perché passano gli anni ma il suono dei PF profuma ancora di nuovo. Buon viaggio.
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