Sono giorni che scartabello i dischi del 2012 per capire cosa ho ascoltato quest'anno.
Sembra una cazzata ma uno non si rende conto di che musica ascolta veramente fino a che non si confronta con un elenco vero e proprio. Faccia a faccia con la realtà. Capita che pensi di essere un certo tipo di ascoltatore e ti accorgi che invece non lo sei. E' come quando ad un certo punto sali sulla bilancia e vedi che sei sovrappeso: per i tuoi occhi sei quello di prima eppure l'effettività ti segnala un cambiamento più o meno netto.
Eccomi qua, dunque, sulla bilancia.
Sovrappeso o no, sono cambiato.
Una volta almeno il 70% dei miei ascolti era rock'n'roll alla vecchia, roba analogica, vera, sudata e un pò sporcacciona. Adesso, senza accorgermene (me ne ero già accorto però se lo dicevo prima non potevo fare l'esempio della bilancia), mi sono ridotto a una fighetta semi-elettronica.
Siccome non voglio colpe sulla coscienza ho impostato una motivazione sociale: è la musica che è cambiata. E uno che la musica la surfa in tutte le sue onde non può evitare di essere trascinato dalle correnti. E' la natura.
Ok, non so se è veramente così. O perlomeno se è la sola motivazione valida. E' anche ovvio che il tempo e l'età abbiano modificato i miei gusti: a 25 anni se mi facevano sentire Burial davo di stomaco, mentre adesso riesco ad ascoltare lui e i suoi gemelli diversi con l'acidità gastrica più o meno sotto controllo.
Fatto sta che il 2012 è finito e mi trovo a voler fare un bilancio di quella che è sempre stata la mia musica, il rock'n'roll, con una pila di dischi sui generis alta (o bassa) come il mio avambraccio, mentre il resto sfiora il lampadario.
Che tristezza. Maledetti synth. Maledetta tecnologia, maledetto Pro Tools, maledetto Logic, maledetti tutti i giovinastri che se non hanno una cassa in battere (o un piatto in levare) non si divertono.
Che tristezza. Maledetti synth. Maledetta tecnologia, maledetto Pro Tools, maledetto Logic, maledetti tutti i giovinastri che se non hanno una cassa in battere (o un piatto in levare) non si divertono.
No, io non mi maledico. Prendo atto e continuo ad ascoltare.
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Tagliamola corta.
Se il vostro "peso" musicale è quello da 20 anni e le bilance/bilanci di fine anno vi fanno una pippa, questo è il disco che fa per voi. Qualità analogica o sporcizia digitale, sempre di chitarre dal Tennessee parliamo. Uscito i primi di ottobre, non ci sono Tame Impala, Goat (che comunque è subito alle spalle insieme a Jack White), Allah Las o Ty Segall che tengano. Anche Jim Jones se ne sta dietro tranquillo. Se quest'anno avete di meglio, su questi lidi e a questi livelli, fate sapere.
NATURAL CHILD
HARD IN HEAVEN
2012 Natural Child Music
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