Essere donna di musica oggi non è facile.
E' lo show-business che impone le regole e se vuoi farne parte a certi livelli nel 99% dei casi il cervello lo devi lasciare per la tua vita privata, poichè sul palco non serve ad una benemerita mazza, se non a muovere il corpo. "Lo spettatore deve poter avere fantasie sessuali durante ogni canzone". Parole del manager di Lady Gaga, Vincent Herbert.
A pensarci è triste. Ma il meccanismo è talmente oliato che è difficile trovargli vere falle se non quelle morali, ovvio.
C'è una seconda strada che si può tuttavia intraprendere: quella che io chiamo "della stretta di mano". Il cantautorato vero, quello impegnato. Quello dove il cervello si usa e si mette al centro del progetto. Quello dove le persone presenti ai concerti, a fine show, desiderano innanzitutto stringere la tua mano e non il tuo didietro (fisiologia già meno valida in caso di bellezza conclamata).
Quando è possibile presentare questa seconda categoria di artiste, non bisogna perdere tempo, ben sapendo però che la popolazione maschile applaudirà la scelta con espressione compiaciuta, ma al primo click tornerà a guardare le tette di Beyoncè con famelico intontimento.
Non che mi voglia togliere dal gruppone. Ma almeno concedetemi il beneficio della proposta.
Tornando seri, questa signorina merita eccome. Musicalmente intendo.
VALERIE JUNE
Non che mi voglia togliere dal gruppone. Ma almeno concedetemi il beneficio della proposta.
Tornando seri, questa signorina merita eccome. Musicalmente intendo.
VALERIE JUNE
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