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Foto: Francesca Sara Cauli per Frequenze Indipendenti |
Nel sottobosco del tuo negozio di dischi.
Parte uno.
Our Broken Garden
Album: Golden Sea
Secondo lavoro dopo il discreto When Your Blackening Shows. Oggi non più sulle orme di Cat Power, bensì svolta piuttosto netta verso l'elettronica alla ricerca del paradiso fra Bjork e la Goldfrapp più intimista. Lento, ma per chi ama l'ambient sonoro descritto, piuttosto sostanzioso.
Album: Mayhem
Un gradino sotto a Love Tattoo (2009 - gran bell'album) ma pur sempre un gradevole mix fra blues, rockabilly e crooning jazz. La cover di Tainted Love sembra voler accontentare un pò tutti e, detta come va detta, serve più a qualche radio compiacente che a Imelda stessa.
Il resto è mestiere.
Album: K-X-P
I K-X-P arrivano dalla finlandia e costruiscono un piccolo gioiello di sapere e conoscenza: dai Neu! alla prima Acid House attraverso brani quasi tutti strumentali. 18 Hours (of love) e Pocket davvero sopra le righe. Ha la potenzialità di piacere a diverse categorie di consumatori, anche di diverse età.
Qua la rece completa.
Album: Lisbon
I Newyorkesi battono per la sesta volta. Qualitativamente eccelsi, continuano a scegliere un profilo basso evitando accuratamente il mainstream. Scelte che vanno ripagate con stima e rispetto. La ballad-title track Lisbon, Angela Surf City e Blue as Your Blood i momenti-cardine di un disco sorretto dalla sempre più allenata ugola di Hamilton Leithauser e dalle (in)consuete invenzioni a sei corde di Paul Maroon. Chi li apprezzava già, avrà un ottimo motivo per continuare a farlo. Per palati fini.
Album: Method to the Madness
Il grime ha compiuto passi da gigante in ambito pop risalendo i vicoli di Londra fino ai palcoscenici mondiali. Dizzie Rascal, Plan B, The Streets sono i portavoce da noi più conosciuti di questa corrente, ma ampliare gli orizzonti non è mai stato facile come ora: questo album di Kano, grazie anche alle collaborazioni con Hot Chip, Boys Noize e Chase & Status, offre una contaminazione piuttosto variegata (come da diktat del genere stesso) e si fa ascoltare sia sui dancefloor dei club, sia in casa propria, con estrema facilità. Poi (ma questo a titolo personale) il duttile rappato di Kano rimane una spanna sopra agli altri signori della covata.
Album: Shakes
Per i cultori di Bonnie Prince, Smog e co. questa potrebbe essere una bella scoperta. Voce bassa e calda, liriche fra il serio e l'ironico, Dan Michaelson è l'amico giusto per una passeggiata in relax e una bevuta al pub. Sconsigliato a chi è alla ricerca di groove: qui troverete solo la calma e l'intimità di un vecchio amico (o, meglio, un amico vecchio).
Album: The New Emancipation
Unire il jazz all'hip hop è cosa ormai piuttosto comune da quando lo stesso Quincy Jones ammise il continuum spazio/temporale fra i due generi ("Hip Hop is the new Be Bop..."). Soweto Kinch rappresenta oggi la loro perfetta fusione. Un disco di classe: aspettatevi qualcosa tipo un Thelonious Monk o un Herbie Hancock prodotto da Madlib o degli Us3 più celebrali.
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