In un’intervista fresca fresca rilasciata alla BBC, il frontman dei Foals, Yannis Philippakis, parla in maniera piuttosto esplicita delle influenze che stanno accompagnando la band durante la realizzazione del secondo album.
Leggete bene perché c’è da non crederci: "We’ve kind of opened up to more funk and dub and stuff. We don’t really listen to that much rock music at the moment. We’re listening to a lot of hip-hop, stuff like Donald Byrd and some long disco edits, Donna Summer, James Brown, stuff that before we would have always felt was too part of the canon. Basically, everything that we didn’t like before, we’ve got into now."
Premesso che gruppi del genere mi stanno un pò sulle balle, abbozziamo un paio di conclusioni:
1) Su questi presupposti il secondo album dei Foals rischia di piacermi. Con un ma: detta cosi poggia su un background abbantanza improvvisato. Chi è senza peccato scagli la prima pietra, dirà qualcuno. Ok, ma non è astuto nè lusinghiero gridarlo al primo giornalista per strada.
2) Trova conferma l'impressione di un crescente interesse generalizzato verso forme piu o meno tradizionali di disco music ed electro funk, riscoperte nell'accezione piu underground e sperimentale sotto forma di re-edits. Cosa che fino a poco tempo fà era peculiarità di alcuni produttori scandinavi, oltre ai soliti americani, sembra attecchire bene altrove. Anche in Italia. Ne parleremo. Ricordate il revival punk funk? Qualcosa di simile bolle in pentola.
Leggete bene perché c’è da non crederci: "We’ve kind of opened up to more funk and dub and stuff. We don’t really listen to that much rock music at the moment. We’re listening to a lot of hip-hop, stuff like Donald Byrd and some long disco edits, Donna Summer, James Brown, stuff that before we would have always felt was too part of the canon. Basically, everything that we didn’t like before, we’ve got into now."
Premesso che gruppi del genere mi stanno un pò sulle balle, abbozziamo un paio di conclusioni:
1) Su questi presupposti il secondo album dei Foals rischia di piacermi. Con un ma: detta cosi poggia su un background abbantanza improvvisato. Chi è senza peccato scagli la prima pietra, dirà qualcuno. Ok, ma non è astuto nè lusinghiero gridarlo al primo giornalista per strada.
2) Trova conferma l'impressione di un crescente interesse generalizzato verso forme piu o meno tradizionali di disco music ed electro funk, riscoperte nell'accezione piu underground e sperimentale sotto forma di re-edits. Cosa che fino a poco tempo fà era peculiarità di alcuni produttori scandinavi, oltre ai soliti americani, sembra attecchire bene altrove. Anche in Italia. Ne parleremo. Ricordate il revival punk funk? Qualcosa di simile bolle in pentola.
2 commenti:
ciao esiste una sezione contatti del blog, come si fa per mandarvi comunicati e news?
gaiapiroso@virgilio.it
Ciao, puoi scriverci a:
info@frequenzeindipendenti.com
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