07/10/08

FREQUENZE INTERVIEW: FUJIYA & MIYAGI

- Una intervista a David Best, Steve Lewis, Matt Hainsby -


Cominciamo con un classico: siete già stati in Italia. Diteci 2 impressioni a caldo che non siano spaghetti, belle donne e mandolino. Sparate.

David: Mi ricordo bene Milano e Bologna l’anno scorso. Che traffico a Milano! Pareva di essere a Londra. Ci sentivamo quasi a casa! Delle donne non ne possiamo parlare hai detto....(ridono)
Steve: Ci siamo divertiti molto. Ottimo pubblico. Abbiamo fatto tanti errori ma la gente è stata molto comprensiva (o forse non se n'è accorta!), sembrava divertirsi lo stesso. Sai, forse la prima volta che vai in un paese estero, l‘emozione...un sacco di fattori.

Come vi siete conosciuti?

David: 8 anni fa giocando a calcio. Negli spogliatoi parlavamo sempre di musica e di calcio. Stessa università, sai una cosa tira l’altra..
Steve: Avevamo estrazioni musicali diverse, techno da una parte (io), rock dall’altra. E’ stata una fusione tanto bella quanto atipica. Però è ciò che stavamo cercando.

Parlateci dell'approccio al Kraut Rock.

David: Era l’approdo più diretto. Rock ed elettronica. E’ una cosa che successe nei 70 con band come Can, Neu e anche gli stessi Kraftwerk, se ci pensi, nella loro musica avevano qualcosa di rock. Poi anche altri esperimenti di fusione fra rock ed elettronica ci hanno influenzato parecchio, roba di casa nostra: Aphex Twin e Squarepusher. Siamo affascinati da questo filone di ibridi e seguirlo è la cosa che ci riesce meglio.
Steve: Mi ricordo quando David mi fece ascoltare i Can. Cacchio è stato un fulmine a ciel sereno! Non riuscivo ad ascoltare altro. Quindi ecco perché siamo qui a parlare di Krautrock, è il tipo di musica che ci piace e ci fa esprimere al meglio, tutto qua.

Ma allora Elettro Karaoke in Negative Style (primo album) è stato una parentesi a parte? Voglio dire, a parte la title track, sembra quasi cocktail music dai... (ridono) Su! Ragazzi cosa è successo?

Steve: Quando abbiamo registrato il primo album eravamo solo io e Dave in casa nostra ed eravamo veramente rilassati (ridono)...in quel periodo ascoltavamo roba più slow e i suoni ricalcavano la nostra situazione. Però ti assicuro che nei live, quello, è un album che ha reso molto...Perché dal vivo sei eccitato e le cose ti spingono ad accelerare la battuta, tutto diventa più interessante e quindi molta gente che ci veniva a sentire rimaneva colpita dall’approccio così aggressivo...e alla fine ci faceva i complimenti. L’album dopo abbiamo cercato anche in studio di trovare maggiore forza e spinta...Penso che ce l’abbiamo fatta.
David: E’ solo una questione di suoni in fondo. Una nota può essere suonata in tanti modi, l'esperienza te lo insegna.

E Damo Suzuki (membro/cantante dei leggendari Can) cosa vi ha detto quando vi siete incontrati ?

David: Wow. Abbiamo avuto la fortuna di fare da spalla a Damo Suzuki. Eravamo nervosissimi. E’ stato strano, sai. Ci ispiriamo parecchio a lui (io soprattutto), sai..per il modo di cantare. Quindi, quando te lo trovi realmente davanti e senti con le tue orecchie come dovrebbe essere ciò che fai tu...beh...è divertente. Pensi. “Oh, oh. Questo è un’altra cosa.”. Lui è una persona molto gentile e si è divertito molto. Per fortuna non ha infierito, anzi il fatto che stessimo più o meno ricalcando le sue idee probabilmente lo ha inorgoglito e ci ha dato anche qualche consiglio. Non è cosa di tutti i giorni poter conoscere un grande come lui e scoprire che è anche una buona persona .
Steve: Lee (Adams, il batterista) gli ha anche distrutto la macchina in un piccolo incidente! (ridono) Nulla di grave. E’ stata una cosa fortuita. Cacchio, ci siamo vergognati un bel po’.

Prog, psicadelic, kraut. Siamo nel 2008 ma la musica ha tanti connotati di ciò che c’era tanti anni fa. Tutto, prima o poi, ritorna. L'ondata krauta cresce e si rinforza giorno dopo giorno..

David: Abbiamo suonato insieme più o meno a tutti quelli facenti parte di questa ondata e siamo rimasti particolarmente colpiti dagli Oscillation, loro sono veramente forti, credimi.
Sì è vero tutto prima o poi ritorna, ma non è una cosa che puoi controllare o uniformare. Cioè ognuno è influenzato da mode e periodi differenti ma suona sempre e comunque la propria musica. Il fatto di cercare di ricreare un suono piuttosto che un altro è normale da quando i suoni esistono. Dalla preistoria. Tutto non è mai completamente uguale. E’ una crescita se vogliamo.
Steve: La gente segue quello che sente. Le persone oggi girano con i jeans stretti e ascolta la roba indie pop, l’anno prossimo magari li vedi in giacca e cravatta o con jeans a zampa e Frank Zappa nelle orecchie. Il ritorno di certe cose è inevitabile, l’importante è metterci sempre qualcosa di proprio, di distintivo. Prendi un gruppo come gli Stereolab. Sono una mutazione delle influenze musicali di un certo periodo, un’evoluzione. La prova concreta di ciò di cui parliamo. Noi stessi partiamo da influenze ben precise però non è nostra intenzione fermarci qui....E poi vai tu ad indovinare cosa vorrà la gente fra un anno. L'importante è continuare per la propria strada. "Che serà, serà".

Il vostro album nuovo è, infatti, una continuazione di ciò che stavate facendo.

David: Si. È decisamente più curato. A noi piace un sacco, è quello che volevamo fare. Per il momento siamo arrivati qui, poi vedremo.

Molti hanno visto Lightbulb come una discesa a lidi pop. In realtà a livello di accuratezza è sicuramente il migliore dei tre album finora prodotti, ed è decisamente il più vario. Oggi però la gente è più abituata a certi suoni. Se fosse uscito 2 anni fa, probabilmente tutti avrebbero gridato al miracolo. Cosa ne pensate ?


Steve: Beh, indubbiamente oggi è come dici tu. La gente è più abituata a questi suoni. Ma, ti ripeto, Lightbulb è la continuazione ideale di ciò che stiamo facendo ed è un “figlio” particolarmente curato sotto tutti gli aspetti. E, come dici, non potevamo fare di meglio. Ne siamo orgogliosi.
David: Hai presente quando ti viene una buona idea? Ti si accende la lampadina (lightbulb, appunto)!

Ci parlavate degli Oscillation prima...Li conosciamo già da un pò (progetto precedente a nome Mesma/Orichalc Phase - vedi nostro post a riguardo), ma qui in Italia sono ancora poco conosciuti. Regalateci 2 aggettivi per incuriosire chi ascolta/legge...

David: Si, abbiamo suonato con loro un po’ di volte...l’anno scorso a Bruxelles sono stati sbalorditivi.
Steve: Molto...rumorosi. Pompano parecchio. Bravi.

Ok. Ultimamente vi siete divertiti a fare qualche remix, com’è fare i dj?

David: Oh......Siamo dei Dj da matrimoni!!!...(ridono parecchio).......Lo facciamo per divertirci e null’altro.
Steve: Senti questa: un po’ di tempo fa eravamo in club techno, dove si balla roba elettronica. Doveva salire in consolle Dave..ed è partito con un pezzo di Gainsbourg!! E’ stato come scendere da un ottovolante !! (ridono)
David: Beh, io adoro Gainsbourg! Questo ti fa capire che vado molto a feeling!
Matt: ...Si, scherzi a parte, abbiamo fatto un paio di remix e ci è piaciuto molto. Anzi ci eravamo ripromessi di rifarlo presto subito dopo l’uscita del nuovo album. Magari quando abbiamo finito questo tour...Non è nostra intenzione fare per forza remix da dancefloor. Come hai potuto capire badiamo più al feeling col pezzo, alle emozioni e alle idee che ci provoca. Ripeto: ciò che ne viene fuori non deve avere per forza connotati dance.

Che software usate?

David: Io uso Acid. So che non è il massimo per questo tipo di cose, ma lo so usare bene ed è quello che preferisco. Matt usa live.
Matt: ... Live è il migliore per me. Anche Logic non è male per niente.

Che feeling cercate col pubblico?

David: Il pubblico paga e deve divertirsi. Siamo lì per quello e facciamo di tutto perchè ciò accada. E' chiaro che se vediamo un pubblico che si diverte e balla, anche noi ci sciogliamo e magari ci lasciamo andare di più..
Steve: ...Anche se fondamentalmente siamo dei timidi. Non siamo di quelli che si sbracciano e saltano a più non posso. Manteniamo sempre le nostre postazioni. Cerchiamo di comunicare con la musica. Quello è importante per noi.
Matt: ..si..anche se col tempo abbiamo visto che anche se parecchie persone del pubblico stanno ferme sul posto senza ballare, non vuol dire che non si stiano divertendo. Per esempio molti sono affascinati dai testi e prestano loro una maggiore attenzione...

A proposito di testi, i vostri sembrano essere piuttosto difficili in alcuni casi, quasi criptici, sfilacciati..

David: E' il mio modo di scrivere, credo. I testi sono un prodotto di ciò a cui penso in quel momento. Così scrivo sul mio taccuino, prendo appunti in maniera a volte sconnessa. Poi unisco tutto e cerco di sistemarli sulla musica. E' anche vero che tendo a tagliare parecchie parole per dare una maggiore musicalità all'insieme. Per questo a volte alcune frasi rimangono sottointese. Spesso seguo le battute più che il senso vero e proprio. In fondo è poesia. E' da interpretare, no? (ride).

Una curiosità personale: avete mai incontrato il signor Miyagi (leggi Pat Morita di Karate Kid, da cui hanno preso parte del nome), personalmente, prima che se ne andasse ?

David: Lui personalmente, no. Però abbiamo incontrato la figlia quando siamo stati in America. Una tipa molto inquadrata. Ci ha detto senza mezzi termini che eravamo immondizia (ridono)! Non vogliamo certo offendere nessuno, figurati. La passione verso Miyagi risale a quando eravamo più giovani. Quando ci allenavamo, nei campetti ci prendevamo in giro con la storia "Dai la cera e togli la cera", così, per ridere. Chi, ai tempi, non ha visto Karate Kid ?!


(Mp3) Fujiya & Miyagi - Sore thumb
(Mp3) Half Cousin - The Absentee (Fujiya & Miyagi Remix)


Ricordiamo le imminenti date italiane di Fujiya & Miyagi. Non Mancate.

09.10.08 MILANO - Rocket Club
10.10.08 BOLOGNA - Covo Club
11.10.08 ROMA - Circolo degli Artisti

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