04/08/08

RY COODER "I, FLATHEAD"

- Frequenze Reviews -

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Waitin’ for some Girl
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Can I smoke in here?
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Spayed Kooley
Filipino Dancehall Girl
My Dwarf is getting tired
Flathead one more time
5000 country music songs
Little Trona Girl


Recensione n. 75 / 2008
Ry Cooder - I, Flathead (The Songs of Kash Buk and The Klowns)
2008 - Warner / Buy it from Amazon

I, Flathead è il terzo episodio della “California Trilogy” di Ry Cooder (altri episodi: Chavez Ravine e My Name Is Buddy).
Un concept album dove l’ipotetico protagonista Kash Buk e la sua band, i Klowns, intraprendono un viaggio in una multi-etnica California a metà del 20° secolo, fra i barrio e le strade secondarie, fra fumosi nightclub e polverose taverne (le loro vicende sono narrate anche nel libro allegato al disco, nella bellissima versione deluxe).
Miglia di asfalto bruciate dal sole e dai pneumatici di potenti bolidi fatti di lamiere e valvole.
Galloni di benzina e lacrime, inseguendo ognuno il proprio Sogno. Ad accompagnarli c’è il suono dell’America, quella fatta di country music e di rock’n’roll (figlio della Sun Records e di Johnny Cash), ma anche il suono delle terre di confine, delle malinconiche trombe mariachi e della Cuba che molto deve proprio a Ry Cooder (grazie a lui viene infatti pubblicato, nel 1996, il disco Buena Vista Social Club, cosa che gli causerà non pochi problemi per via dell’embargo di quegli anni). Tra i tanti musicisti che hanno preso parte a questo lavoro ricordiamo i batteristi Joachim Cooder e Jim Keltner, il fisarmonicista Flaco Jimenez, il trombettista Jon Hassell, la cantante Juliette Commagere, il sassofonista Gil Bernal ed il multi-strumentista Martin Pradler, fra gli altri. Mentre i due dischi precedenti si avvalevano di molti cantanti, in quest'ultimo è lo stesso Cooder ad essere la voce principale. Un disco che saprà emozionare tutti i sognatori e che dovrebbe necessariamente tenere compagnia a chiunque stia per intraprendere un qualsiasi viaggio con o senza meta. A volte l’importante è viaggiare…una destinazione potrebbe valere l’altra.


"Drive Like I Never Been Hurt"
Tu dicesti a tutti che non sarei stato in grado di guidare
Nemmeno mi volevi intorno
Bussasti, amore mio, e lo sai che è una bugia
Perché sono bravo quando la bandiera si abbassa
[Sto per guidare come se non fossi mai stato ferito
Lungo la strada come se tu non mi avessi mai mentito
Troverò la mia direzione come se non mi fossi mai perso
E tu non avrai mai riso ed io non avrò mai pianto]
Dirò addio a tutti i miei amici
Non richiederà troppo tempo
Saranno grandi uomini un giorno
Nulla mi mancherà quando sarò andato
[Coro]
Sono sulla strada, sono nel posto giusto
Posso guidare tutta la notte
Quando arriverò, loro conosceranno il mio nome
La mia testa soffia di nuovo liberamente
La benzina si scalda ed il sole sorge
Il sale brucia nei miei occhi
Il mio cervello sta ancora bene e le gomme sono a posto
se lascio che la mia donna non interferisca più col motore.


Marco Rota

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