Nella terminologia musicale, una cover è la reintepretazione o il rifacimento di un brano musicale - da altri interpretato e pubblicato in precedenza - da parte di qualcuno che non ne è l'autore originale. La differenza tra interpretazione e cover non è ben definita: in genere quando un musicista interpreta un brano considerato un classico della musica eseguito innumerevoli volte si esita ad usare il termine cover (si parla in questo caso piuttosto di interpretazione). Il termine cover è invece maggiormente utilizzato per indicare la reinterpretazione di brani relativamente recenti.
I diritti economici e le rendite relative alla riproduzione del brano rimangono degli autori originali (eccetto la remunerazione relativa alla mera interpretazione), i cui nomi devono solitamente essere pubblicati in calce alla riproduzione audio. Una cover, perciò, è qualcosa di ben diverso da un plagio, in cui gli autori originali non vengono menzionati. Gli autori (o i possessori dei diritti) che acconsentono alla reinterpretazione vengono remunerati per questo. Talvolta, nell'interpretare una cover, i testi sono modificati o tradotti in un'altra lingua; in tal caso i diritti possono essere divisi percentualmente a seconda dell'entità delle modifiche tra l'autore originale e colui che ha apportato le modifiche.
Negli anni 50, agli albori del rock and roll, molti brani di successo delle prime star di colore furono reinterpretate in versioni più leggere, in modo da essere più vendibili e fare da ponte tra il pubblico giovanile e quello più conservatore dei genitori e delle emittenti radiofoniche. Molto spesso le versioni originali erano state realizzate da artisti di colore e non sarebbero state trasmesse da molte radio americane. Venivano quindi realizzate versioni edulcorate dei brani, cantate da cantanti bianchi, che spesso ottenevano grande successo, oscurando (e "coprendo") le versioni originali. Questi rifacimenti venivano chiamati cross cover version.
Negli anni 50, agli albori del rock and roll, molti brani di successo delle prime star di colore furono reinterpretate in versioni più leggere, in modo da essere più vendibili e fare da ponte tra il pubblico giovanile e quello più conservatore dei genitori e delle emittenti radiofoniche. Molto spesso le versioni originali erano state realizzate da artisti di colore e non sarebbero state trasmesse da molte radio americane. Venivano quindi realizzate versioni edulcorate dei brani, cantate da cantanti bianchi, che spesso ottenevano grande successo, oscurando (e "coprendo") le versioni originali. Questi rifacimenti venivano chiamati cross cover version.
Da allora, particolarmente in ambito pop e rock, il termine cover si è diffuso ed ha assunto il suo attuale significato comune.
da Wikipedia
Damien Rice - Halleluja (Leonard Cohen)
The Streets - Your Song (Elton John)
Abbie Gardner - Hit the Road Jack (Ray Charles)
Ben Gibbard - Thriller (Michael Jackson)
Chris Cornell - Billie Jean (Michael Jackson)
The Last Dinosaur - Beat it (Michael Jackson)
Tegan and Sara - Dancing in the Dark (Bruce Springsteen)
Junip - The Ghost of Tom Joad (Bruce Springsteen)
Patricia O'Callaghan - Better Man (Pearl Jam)
Mom's Favourite Vase - London (Smiths)
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