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Anche chi mi conosce bene forse non è al corrente del mio amore per l’ethio-jazz: una passione coltivata sotto traccia che piano piano si è concretizzata in un buon numero di uscite e ristampe.
Cosa amo di questo genere musicale è presto detto: la raffinatezza senza eguali unita all’energia ancestrale che sprigiona.
Forse molti di voi conosceranno Mulatu Astatke, forse in meno Hailu Mergia, un tastierista liquidissimo che sta vivendo una seconda vita creativa. Non dico una storia personale tanto travagliata quanto quella di Rodriguez ma per certi versi simile nel riscatto personale dopo anni di buio totale lontano dalla musica.
Per farla breve, nel 1981, dopo 10 anni di militanza ad Addis Abeba, porta la Walias Band (prima band Etiope ad esibirsi negli Stati Uniti) a suonare in tour con il cantante Mahmoud Ahmed, principalmente per un pubblico di rifugiati etiopi.
Invece di tornare in Etiopia, sconvolta dalla dittatura, in quattro - Girma Bèyènè, Mogès Habté, Mèlakè Gèbrè e Hailu Mergia - rimasero negli Stati Uniti.
Qui Mergia ha iniziato a lavorare come taxista a Washington DC continuando a pubblicare cassette di musica tradizionale etiope composte sul cab e suonate su sintetizzatore analogico, piano elettrico e fisarmonica, fino a quando il collezionista Brian Shimkovitz (Awesome Tapes From Africa) in viaggio in Etiopia ha ascoltato una cassetta della Walias Band e di li a trovare il numero di telefono del tastierista Hailu Mergia su internet il passo è stato breve.
E dopo un paio di ristampe, è arrivato finalmente il momento di festeggiare un album nuovo di zecca pubblicato su Awesome Tapes From Africa.
P.S. Hailu Mergia suonerà la prossima estate al BEACHES BREW FESTIVAL sulla spiaggia di Marina di Ravenna
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