- Frequenze Reviews (Support Your Local Bands) -
Vi avverto.
Se certi punti di questo scritto vi sembreranno poco comprensibili e nebulosi, oppure se vi sembrerà che stia dando per scontato cose che non lo sono, è perchè i miei pensieri vengono sputati e non assimilati. E' perchè a quarant'anni devo concedermi un briciolo di integrità.
E' forse perchè il mio vaneggiare si rivolge alle tante persone di una provincia che bene o male sanno di cosa parlo, a persone che conoscono una storia, la storia di un grande gruppo.
Se non la conoscete, fate finta di conoscerla. Nulla di più vi chiedo se non di usare la fantasia.
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"Allora:" disse il narratore "pensieri positivi, tanto gas in canna e un certo savoir-faire. Ecco la chiave! Esce il nuovo dei SixtyFour. Finalmente!".
"Fanculo" dopo poco si rispose. "Zero preamboli, solo verità".
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Cari signori, i 64 Slices non meritano un'oncia di ciò che potreste conceder loro.
Questo perchè in anni e anni di percorso insieme, prove, esperimenti, concerti:
- hanno avuto il coraggio di far uscire solo 2 dischi.
DUE. Di cui il secondo solo ORA, nel 2016, dopo più di 17 anni di vita del gruppo.
Peccato veniale tutto sommato. MA ANCHE NO.
- hanno avuto la presunzione di rimanere anonimi e nascosti, mentre chi li ha ascoltati in formazione completa sa che in Italia potrebbero dire tanto, forse troppo, tant'è che probabilmente sarebbero una band da esportazione di cui potremmo un pò tutti andare fieri. DA ANNI.
- Le loro produzioni non sono mai state convenientemente appoggiate da public relations degne di nota.
Questo per dire che il mondo è pieno di gruppi di merda super prodotti che vendono migliaia di dischi e dal vivo fanno fatica ad andare addirittura a tempo.....e loro che potrebbero sfidare i metronomi (ascoltate "Theo dei 64" e ditemi se quello splendido tun-tun-cià Kraut/progressivo l'avessero fatto i Battles non vi sareste inchinati tutti al Dio Geometrico del Caos) non solo non vendono dischi (che poi quali dischi cazzo? torniamo al punto uno...), ma in dieci e passa anni non hanno mai avuto uno stronzissimo manager che li portasse, eccheccazzo, almeno in qualche festival....così, giusto per far sapere ai giovani consumatori che esistono dei musicisti con gli attributi che sanno MENARE gli strumenti, oltre ai tanti debosciati che fanno strimpellare il mac e vendono pacchi di dischi al consumer medio.
Ma distribuiamo le colpe.
I manager non crescono sugli alberi. Noi siamo i migliori manager di noi stessi. Capisci ammè.
I 64SOAC sono rimasti compressi dal loro status senziente.
Immobili e paralizzati in un ghetto socialmusicale che a lungo andare avrebbe blindato nella grafite anche Superman.
Introduco un termine: PROGREDIRE.
Vi faccio un esempio.
Prima stavo ascoltando uno dei pezzi che lancia il nuovo album dei Black Mountain.
Possiamo considerare i Black Mountain dei musicisti con la M maiuscola? CERTO che si, zio prete.
Ebbene, a orecchio, in questo pezzo potrei confonderli con i 64, almeno nella base musicale.
Quindi invertiamo: cosa manca ai 64 per essere i Black Mountain o un qualsiasi altro gruppo dotato di cazzo, visto che musicalmente non si discutono?
Una voce per esempio. Mille anni insieme e mai un tentativo serio di collaborazione.
Andiamo avanti: uno sviluppo-musicale-nel-tempo che avesse un minimo di razionalità.
Andiamo oltre. Parliamo di FEDE.
Ecco il punto, LA FEDE.
La fede è quella cosa che spinge Indiana Jones a mettere un piede nel vuoto, nell'Ultima Crociata.
Fede è movimento. Moto a luogo. Andare verso qualcosa. Sbattersi.
Rischiando, forse tutto.
I 64 hanno sciolto (e sciolgono) il loro credo nello stato in luogo. Nella lunga attesa di niente.
Crogiolandosi nell'uscita di vinili-meraviglia che accontentano ego da hobbit svogliati e un blocchetto di fedeli che è meglio non toccare.
Qui si narra la favolosa leggenda dei 64 Slices Of American Cheese, super-gruppo che promise meraviglie al mondo e scomparve nel nulla a 177km da Santa Fe, dentro il favoloso pozzo senza fondo della musica, mentre la sezione fiati esplodeva un prolungato LA maggiore e l'immagine di un magnifico Pavone Reale inondava i cieli del New Mexico.
Che Dio li abbia in Gloria.
Bonus track la sempre magnifica:
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