22/12/14

D'ANGELO AND THE VANGUARD - BLACK MESSIAH

- Frequenze news -

Credetemi, non soccombere alle mailing list e rimanere credibili è diventato parecchio difficile oggigiorno. E di conseguenza trovare qualcosa di veramente interessante da pubblicare.
Oggi tuttavia siamo stati molto fortunati e possiamo iniziare la settimana alla grande con una notizia, da molti vissuta come un vero e proprio auspicio, arrivata giusto in tempo per scombinare parecchie classifiche di fine anno.

Il messia è del nu-soul tornato, lunga vita al messia.

E chi l'avrebbe detto: 14 anni di assenza e un 9,4 comparso nottetempo su Pitchfork avrebbero polverizzato anche le aspettative più ottimistiche. E invece il disco è immenso, non c'è una canzone, una che scenda sotto il sette. Tutte che ti entrano nel cuore e non vanno più via.
Non aggiungo altro. Chi ha capito ha capito, chi non ha capito scriva D'Angelo sul un motore di ricerca seguito prima da Brown Sugar e poi da Voodoo.
Io corro subito ad editare la mia classifica. 





“Black Messiah è un gran titolo. È facile fraintenderlo. Molti penseranno che parli di religione. Altri salteranno alla conclusione che io mi definisca un messia nero. Per me il titolo parla di noi. Del mondo intero. Di un ideale a cui ognuno si possa ispirare. Dovremmo tutti aspirare a essere un messia nero.

Parla della gente che è insorta a Ferguson e in Egitto, di Occupy Wall Street, e in generale di una comunità che non ne può più e decide di cambiare le cose, ovunque si trovi. Più che lodare un unico leader carismatico, l’idea è quella di celebrarne migliaia. Molti brani – non tutti – hanno una connotazione politica, ma il titolo Black Messiah serve a includerli nel contesto più giusto. Il Black Messiah non è un uomo. È la sensazione che, collettivamente, siamo tutti quel leader”.

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