13/06/14

LA RICERCA DELLA VERITA'

- Considerazioni -


Da poco ho ristabilito un certo ordine nelle mie priorità musicali.
Ho traslocato.
Mi sono mosso.
Ho sollevato la montagna di dischi che mi circondavano. L'ho soppesata. Guardata. L'ho sentita estranea.
Cazzo, ho della roba che non ascolto da un secolo.
Della roba che non dovrei neanche avere.

Ho comprato un paio di casse in legno meravigliose. Quasi un metro l'una. Hanno 40 anni, sono vecchie come me: quando le ho viste mi sono innamorato, quando le ho sentite suonare sono svenuto. Hanno dei medi che non avevo mai sentito prima, allargano la catena dei suoni come un grandangolo con una ripresa fotografica.

La voce di Nina Simone mi ha attraversato. Quella di Billie Holiday mi ha fatto venire. Ho sparato i Beastie Boys a volumi da mal di testa solo per sentire la pacca nello stomaco di alcuni rullanti. Ho ritrovato calore in alcune registrazioni che prima sembravano suonate dentro un freezer. Ho scoperto il valore di certi accompagnamenti orchestrali, di alcuni fiati, di archi di cui prima ignoravo l'esistenza.

Questo nuovo approccio mi ha mostrato quello che potrei definire "il culo della musica". La parte erotica e sensuale di un suono, la libidine di un basso, il fremito del silenzio fra due singole note di un assolo.

Ho ritrovato chili di verità perduta in mezzo a milligrammi di filtri hardware a cui ero troppo abituato.
Vi faccio un esempio banale e attuale.
Il nuovo dei Black Keys suona completamente diverso da come lo avevo sentito prima. Cazzo, non c'entra niente. Non è che è meglio o peggio, non so, è semplicemente un altro disco.

E' come se le mie orecchie si fossero sturate.
Penso che mi fermerò un secondo adesso. Butterò molte cose inutili.

Continuo a cercare verità. E a questo punto mi aspetto di trovarla ovunque.

Intanto ho comprato il nuovo di Jack White.
Sono prevedibile. Ma non me ne frega un accidenti.

Alla prossima.

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