- Frequenze review -
MACHINEDRUM
VAPOR CITY
ninjatune, 2013
Notai a stento i suoi due album datati 2011: "Room(s)" e "Sepalcure" (in comunione con Praveen), forse ero saturo delle bass-line in abiti Footwork e Dub-Step, ma già l'anno successivo Travis luccicò tra i miei ascolti firmando il remix di “Eyesdown” per Bonobo.
Da quel momento la grande madre Ninja Tune lo accolse in famiglia: due singoli perlati quali “Gunshotta” e “Eyesdontlie” poi il full album “Vapor city”.
Dieci tracce, tante idee, un background estremamente colto e un ritratto urbano vitale e moderno. Tutto questo è caos ordinatissimo e mai fuoriluogo, Machinedrum ha saputo calibrare un passo indietro e uno in avanti in ambito stilistico, “Vapor city” non è vera innovazione ma il consolidamento maturo e nitido di vecchi schemi che avevamo ormai abolito.
Il singolo “Gunshotta” è un ping pong di 2-step e black-jungle, “Eyesdontlie” è un mantra soulfull adagiato sulle correnti dello stimato collaboratore Jimmy Edgar, “Center Your Love” ha il retrogusto caleidoscopico di casa Bonobo, "U Still Lie" è un denso pop sintetico e rarefatto.
Gli stili sono dunque tanti e riconducibili alle più svariate sfumature dell'ultimo ventennio. Il quadro di Machinedrum è certamente incline alla malinconia notturna ma affiora in ogni brano un marchio identificativo di armonioso e consapevole calore, una sensazione che da troppi anni latitava sugli scaffali di musica elettronica.
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