Il personaggio Indians, aka Søren Løkke Juul, sta dividendo il mar rosso. L'ala hipster l'ha, da subito, celebrato come nuovo paladino del folk usa e getta. La critica adulta l'esatto contrario, d'altronde siamo distanti dal modello barbone con le pezze al culo. Dal canto suo la 4AD, che lo ha scelto tra chissà quanti altri, tiene tutti sull'attenti e garantisce il sano beneficio del dubbio. Questo in breve il quadro generale. L'album è consigliato a chi non disdegna una rilettura più leggera del folk con il minimo sindacale di chitarre a scapito di drappeggi astrali e tastiere assortite.
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