17/10/12

L'AUZ DEL 2K

- Considerazioni -


Anno 2000.
Un ciclone colpiva le piste da ballo. La dance italiana deflagrava a livello mondiale, da Londra a Sidney le classifiche si tingevano di bianco, rosso e verde.
Nella riviera romagnola potevi girare 10 locali e 15 feste a sera ma se c'era una cosa sicura era la scaletta musicale.
Al primo posto del contagiri SIAE c'era Spiller con Groovejet. Un brano che ha sistemato il dj italiano per il resto della sua vita (visto che anche in Inghilterra e in Australia è stato in cima alle classifiche per diversi mesi). Mi ricordo che con gli amici si usciva dai locali quando la si sentiva per la seconda volta (cioè a circa 45 min dalla prima).
Poi c'erano gli altri cavalli di battaglia: Sunkids feat. Chance - Rise Up (anche loro devono aver sistemato i conti in banca quasi subito perchè dopo questo singolo sono evaporati), DeepSwing - In the Music, House of Glass - Disco Down, Goodfellas - Soulheaven, e poi i cosiddetti pezzi di transito fra una hit e l'altra: Rise dei Soulproviders e Can Get Enough dei Soulsearchers inframezzate da qualche tribalone da battimani.
Insomma era l'apice di un certo tipo di House Music, quella più suonata, che aveva il piano e le voci soul in netta evidenza, un recupero dei groove più funky e di un certo tipo di soulness che aveva avuto nella disco music dei '70 il mezzo per arrivare alla gente.

Il dj alternativo, quello con le pippe rock, viveva male quelle serate, la house e la club culture erano cacca pura, l'anticristo.
Io stesso, che allora accendevo candele votive a 16HorsePower, Beastie Boys, Tool & C. avevo l'orticaria morale quando calavo verso Milano Marittima.
Eppure mi divertivo, eccome se mi divertivo.
Anche perchè, come mi diceva sempre mio nonno, c'è un pizzico di buono in ogni cosa. E quel qualcosa di buono era evidente: il piede non smetteva di battere.
Quei successi, ascoltati oggi, sono lì a dimostrare l'intelligenza e la lungimiranza dei personaggi che su certe sonorità hanno costruito il più rapido, fugace, ma allo stesso tempo durevole successo della loro vita. Che li ha stampati indelebilmente nella storia della musica da ballo, insieme all'Italia tutta.
E adesso che Hercules e molti altri producers stanno facendo capire che sul dancefloor è possibile muoversi dalla nu-disco e scivolare verso annate danzerecce altrettanto procaci, lo stivale ritorna ad essere ascoltato e i nuovi progetti devono per forza pagar dazio ad un successo innegabile, antico più di un decennio.

...E certe serate tornano alla mente, gonfiate dal rimorso di non averle mai, a tempo debito, comprese fino in fondo.




5 commenti:

djpaulfromlondon ha detto...

Hai rievocato alcuni dei miei preferiti
Non c'è dubbio che tutti quelli che andavano a ballare all'epoca se li ricordano ancora.
Vedremo fra una decina d'anni cosa ci ricorderemo dei dischi di oggi

Elen@ ha detto...

Che bel c'era una volta!.......ma lo sai che mi è venuta una lacrimuccia?!
Che bei momenti!

Anonimo ha detto...

Sempre argomenti interessanti. Grandi ragazzi.
Comunque è vero, Spiller e Bini&Martini hanno fatto i soldi a palate in quel periodo. Aprirono le acque ai vari Moltosugo, Tommy Vee, Robert-eeno, Benny Benassi.
Un grande periodo storico per l'italia, è giusto ricordarlo!
A.

Anonimo ha detto...

http://nonciclopedia.wikia.com/wiki/House

Deni ha detto...

Ogni tanto leggere qualche commento è piacevole.

Opinioni giustamente discordanti ci ricordano che se fossimo tutti sempre d'accordo il mondo sarebbe privo di ironia...

@Anonimo 1: fai bene a fare nomi. Aggiungo un non italiano che però l'anno dopo avrebbe segnato di brutto le chart con grossa ripercussione sulle scalette rivierasche e non: Praise Cats ("Shine on me" - chi li ha più sentiti dopo quella...).

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