Per non uscire con le ossa rotte dalla cover di Dream Baby Dream ci vogliono due palle enormi, soprattutto se non ti chiami Bruce Springsteen. Primo criterio da seguire, ma non è detto che sia sufficiente, mantenerne inalterata l'essenziale nudità. Neneh Cherry, insieme all'ensemble avant jazz scandinavo dei The Thing, ne offre un interpretazione sicura e potente, arrivando al brano col taglio e l'angolazione giusta. Il ritmo, battuto sui toms, imita il pattern originale dei Suicide, ma da parte loro i The Thing trattano la melodia con semplicità, mescolando in modo torrenziale una scarica di emozioni che confina con la violenza e il terrore. Un ritorno dal basso, quello della figlia di Ornette Coleman, promosso dall'etichetta scandinava Smalltown Supersound, con un album intero di cover (Stooges, MF Doom, Don Cherry) in uscita il 19 giugno prossimo e suffragato da un remix strepitoso di Four Tet; uno che non fa certo complimenti.
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