Non ho la pretesa di propinare techno ai rockers; non sono Dio. Ma da onnivoro musicale noto troppa diffidenza verso questo genere, quasi una paura recondita. Facile da fugare tornando alle fonti. Nei primi ani '80 a Detroit: la madre putativa di un genere ancora lontano dal mainstream, prima che derive discutibili, prese ad unico pretesto per lo sballo, ne minassero la credibilità. E ai suoi capisaldi. ovvero Derrick May, Kevin Saunderson e Juan Atkins. Quest'ultimo ad Juan Atkins con i suoi Cybotron ne distillò l'essenza, aggiungendo il futuro al suono di sintetizzatore che i Parliament/Funkadelic avevano inserito nelle loro produzioni. Niente di pericoloso: una parte di funk, una parte di elettro e una parte di Krafrtwerk. In fin dei conti anche la semantica è dalla sua parte: techno sta per technologic, musica che fa dell'utilizzo di strumenti tecnologici la sua peculiarità principale. Uno stile modernista di soul sintetico. O, se volete, un sinonimo di progresso.
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