19/05/11

L'UNIVERSO DI NULLA FRA POP E POOP

- Considerazioni -


L'affermazione del fortunadrago Franchini ("Il nulla dilaga" - vedi post precedente a questo), anche se degna del Rimbaud più claustrofobico e pessimista, coglie senza dubbio la realtà musicale di questi ultimi tempi.
Se proviamo a pensare che ad oggi il disco alternativo più chiaccherato rimane quello dei Radiohead e tutto il mondo (singolo più venduto ovunque) balla Jennifer Lopez che canta la Lambada su una base rave, è possibile che un filino di sconforto ci colga fra coppa e collo.
Dove ca**o stiamo finendo?
Il TRIP SPERIMENTALE è quello che fa maggiormente breccia nel cuore di critici e intellighenzia, così mentre uno è lì che cerca di capire cosa abbia voluto dire l'ennesimo Berlinese col suo synth, l'amico di fianco guarda il culo della Lopez ridendogli in faccia. 
Il vero problema è quella tonnellata di musica che sta fra un emisfero e l'altro. La lingua universale che una volta capivano tutti.
Riformulo: chi ha preso il posto di Bowie, Smiths, U2, Pearl Jam, Springsteen, Costello, Young, etc. ? Di quel pop/rock che fino all'altro ieri era nelle orecchie di tutti, dalla casalinga al Dj ? 
Stamattina mi hanno risposto i Kings Of Leon. Pertinente. Ma a pensarci, oltre ad essere pochino, si potrebbe obbiettare all'affermazione in un battito d'occhi. Mio cugino di 26 anni non ha idea di chi siano o quasi, mentre sa perfettamente chi è Bono Vox. La risposta più valida è forse "un migliaio di gruppi"
Eccolo lì il problema.
Il pop/rock ha parecchi figli e una MAREA di evoluti nipoti.
Prendiamo l'esempio Louise Veronica Ciccone. Madonna era unica. Adesso si trova ad osservare/competere-con almeno una decina di scaltre imitatrici (Gaga & C.), tutte valide e pronte a farle la pelle a colpi di singoli.
Chi è meglio? E' impossibile rispondere senza essere di parte (fatto sta che per pareggiare l'una sull'altro piatto della bilancia ne devono salire dieci...).
Un caro amico, proprietario di un negozio di dischi, mi ha confessato che i momenti peggiori del suo lavoro si concretizzano alla classica domanda "scusa, mi consigli qualcosa tipo i...(inserite un nome di una band a caso dagli anni 60 ad oggi)". 
Crisi. 
"Gli dico i primi 2 o 3 che mi passano per la testa altrimenti rischio di perdere il pomeriggio intero per una vendita".
Qualcuno potrebbe dire che è meglio avere l'imbarazzo della scelta. Certamente. Dipende da quanta scelta però. 
E visto che sulla qualità, anche grazie alle accurate produzioni di oggi, fai fatica ad obbiettare, il rischio di tanto stemperare è quello, tangibile, di non riuscire ad apprezzare - veramente - nulla. Non per niente (e torniamo da capo) il nulla, dilaga.

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