09/05/11

FATTI L'UNO PER L'ALTRA

“…Non ho mai ascoltato nulla dell’avanguardia. Per me era solo New York City Blues”
ALAN VEGA



Ghost Rider dei Suicide sarebbe stata la colonna sonora perfetta di Taxi Driver. Entrambi coetanei, hanno talmente tanti aspetti in comune da alimentare dietrologie, sospetti e teorie complottistiche per anni. Entrambi parlano di solitudine, alienazione, depressione, di stati alterati che conducono alla psicosi e la violenza. Degli albori del punk. Dei bassifondi di una città in recessione che alimenta angoscie e paranoia. Il primo album dei Suicide è materiale pericoloso: ad entrarci bene dentro si rischia di sentirsi un pò come Travis Brickle.

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