Vi racconto una breve storia di provincia, magari come tante altre ma emblematica. L' estate scorsa alcuni promoter eroici portarono i Forro In the Dark dalle nostre parti. "Chissà chi verrà?" e "ma chi li conosce?" erano tra le domande più gettonate. Lo scetticismo era palpabile. Rischiarono. Ma con l'impegno unito ad una buona promozione vennero premiati da oltre cento PAGANTI e la serata finì in festa tra sorrisi e bevute. D'altronde, nonostante in Italia esista una cospirazione segreta di stampa e promozione per tenere a distanza questo genere di gruppi, relegati in feste di piazza o festival di terza fascia, il nostro sangue è in buona parte ancora latino, viviamo in una penisola circondata dal mare e fa caldo per più di tre mesi l'anno. Condizioni che a Brooklyn, dove la Budos Band e altri tribalisti metropolitani vantano migliaia di fan, se le sognano. E male che vada è sempre bello vedere la gente più insospettabile (vedi il coautore di questo blog) dimenticarsi del domani per ballare ad un concerto. E per ballare non intendo ciondolare, ma ballare come James Brown.
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