At Home with Sophia
23 aprile 2010, Covo, Bologna
23 aprile 2010, Covo, Bologna
Robin Proper Sheppard ha scelto il Covo di Bologna come prima data del suo tour da solista. Ha scelto di lasciar da parte gli oltre 10 musicisti con i quali ha promosso l’ultimo lavoro dei Sophia, band alla quale da 15 anni presta la voce. Ha scelto di ricreare un’atmosfera casalinga, intima, raccolta: sul palco solo due pannelli con finta carta da parati e la custodia aperta della chitarra. Nessun effetto né sullo strumento né sulla voce, volumi fin troppo bassi. In mente ho il live at sin-è di Jeff Buckley e Glen Hansard che canta come un busker per le strade di Dublino, o ancora Regina Spektor a Villa Arconati, un anno fa, per quasi un’ora da sola sul palco, alternarsi al pianoforte e alla chitarra.
Quello che manca allo spettacolo di Robin Proper Sheppard è proprio quello che ha reso quelle esibizioni indimenticabili: per prima cosa l’intensità. In quasi 2 ore di concerto non c’è stato alcun picco emotivo, alcun accento della voce o della chitarra. Quando ogni cosa è sommessa, non diventa intima, bensì noiosa, monocorde. L’esibizione, il cantato soprattutto, non può rimanere, come nel suo caso, così lineare, trascinato, quasi fosse una litania. Non è certo questo che fa di una canzone triste una bella canzone triste. Ne fa, al contrario, un lamento.
La seconda e più grave mancanza è l’assenza di pezzi adatti al progetto. Quanto emerge a fine concerto è che le canzoni dei Sophia, a parte un paio di episodi (If only e Directionless), non reggono la prova della semplicità, una volta spogliate delle orchestrazioni del gruppo. Un passo falso che contiene in sé, quindi, i limiti sia di Sheppard – non ne abbia troppo a male…- che della band di cui è tutt’ora il leader.
Pur avanzando giustificazioni plausibili (era la prima data del tour, era la prima volta da solista, non c’erano casse spia, Robin era visibilmente nervoso), la sostanza rimane la stessa. I Sophia, evidentemente, non sono adatti ad essere suonati chitarra e voce, da un chitarrista mediocre con una voce non eccezionale. E questo, dopo oltre 15 anni di carriera, Sheppard avrebbe dovuto già saperlo.
Pur avanzando giustificazioni plausibili (era la prima data del tour, era la prima volta da solista, non c’erano casse spia, Robin era visibilmente nervoso), la sostanza rimane la stessa. I Sophia, evidentemente, non sono adatti ad essere suonati chitarra e voce, da un chitarrista mediocre con una voce non eccezionale. E questo, dopo oltre 15 anni di carriera, Sheppard avrebbe dovuto già saperlo.
Marco Spanghero
Foto di questo post:
Francesca Sara Cauli
per Frequenze Indipendenti
Francesca Sara Cauli
per Frequenze Indipendenti
2 commenti:
Un benvenuto a Marco e Francesca, due nuovi collaboratori del blog
grazie mille a voi.
alla prossima,
Francesca.
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