Ad ascoltare gli Hurts si capisce subito una cosa: Theo Hutchcraft (voce) e Adam Anderson (tastiere, chitarra) hanno la patente per guidare parecchi cuori verso un nuovo oblìo new romantic.
La commistione di wave e pop melodico, di cui sono intrisi, ha un passato di riferimenti importanti ed imponenti: Spandau, Duran, Visage, Human League (e prima ancora gli zii Roxy Music) che rispettano ed onorano con un paio di video (Wonderful Life, Blood Tears & Gold) di un bianco e nero super stiloso, look chic-elegante e facce tormentate al punto giusto.
Ecco il lato che fa subito breccia, la grigia facciata wave, che accompagnata alla presa rapida di Wonderful Life, stende un tappeto rosso fra orecchie e cervello e fa esclamare un "prego, accomodatevi nello stereo" a voce ferma.
In effetti, per il momento, la risposta dei media radiofonici britannici è più che positiva (alla BBC sono indicati come uno dei gruppi dell'anno) e anche a livello di cabala ci siamo: il primo remixer ufficiale è Arthur Baker, un dj/producer che, da sempre, affianca il suo nome solo a grossi calibri pop (nello specifico, il suo tocco trasforma Wonderful Life - per chi se lo chieda, non è la cover di Black - in una piccola gemma elettro-pop di quasi sette minuti).
Tuttavia se uno vuole scoprire cosa altro possa offrire questo gruppo, potrebbe rimanere alquanto disorientato: gli altri pezzi presenti sul web - Better Than Love, Illuminated - hanno delle virate glam pop (Muse?, Ark?) piuttosto vistose e gettano qualche punto interrogativo sulle loro reali intenzioni.
E' bene allora svelare un fattore determinante alla lettura della produzione degli Hurts: la principale fonte di ispirazione non è così brit come sembra. Il riferimento che spiega certi acuti pop è l'italianissimo movimento del Lento Doloroso (o Disco Lento), un derivato della italo-disco che all'inizio dei '90 trovò collocazione solo in ambiti (molto) indie, senza mai riscuotere un gran successo (l'etichetta Scuro Scuro Records di Marco Gilles, centro produttivo del movimento, fu fondata e chiusa in soli tre anni).
Ora, siccome è piuttosto difficile reperire, anche sul web, i brani dei principali gruppi di riferimento di quella particolare corrente (Stiletto Ferito, Courtney & Grace), per capire meglio cosa significhi Lento Doloroso bisogna tuffarsi alle sue basi, nei fasti italo/romantic dei nostri 80's: da Gazebo a Den Harrow (in italia), fino ai Krukko/barocchi Alphaville.
Concludendo, non è ancora possibile immaginare come potrà essere nella sua completezza un disco degli Hurts (uscita fissata a fine estate), ma indipendentemente da questo, anche per ciò che si è visto e sentito sino ad oggi, c'è da augurarsi che possa fare successo. Sia mai che, di rimbalzo, possa portare riconoscimento e stimolo (ristampe?) ad una parte musicale del nostro paese (Scuro Scuro Records) fino ad oggi nascosta e, ai più, sconosciuta.
In effetti, per il momento, la risposta dei media radiofonici britannici è più che positiva (alla BBC sono indicati come uno dei gruppi dell'anno) e anche a livello di cabala ci siamo: il primo remixer ufficiale è Arthur Baker, un dj/producer che, da sempre, affianca il suo nome solo a grossi calibri pop (nello specifico, il suo tocco trasforma Wonderful Life - per chi se lo chieda, non è la cover di Black - in una piccola gemma elettro-pop di quasi sette minuti).
Tuttavia se uno vuole scoprire cosa altro possa offrire questo gruppo, potrebbe rimanere alquanto disorientato: gli altri pezzi presenti sul web - Better Than Love, Illuminated - hanno delle virate glam pop (Muse?, Ark?) piuttosto vistose e gettano qualche punto interrogativo sulle loro reali intenzioni.
E' bene allora svelare un fattore determinante alla lettura della produzione degli Hurts: la principale fonte di ispirazione non è così brit come sembra. Il riferimento che spiega certi acuti pop è l'italianissimo movimento del Lento Doloroso (o Disco Lento), un derivato della italo-disco che all'inizio dei '90 trovò collocazione solo in ambiti (molto) indie, senza mai riscuotere un gran successo (l'etichetta Scuro Scuro Records di Marco Gilles, centro produttivo del movimento, fu fondata e chiusa in soli tre anni).
Ora, siccome è piuttosto difficile reperire, anche sul web, i brani dei principali gruppi di riferimento di quella particolare corrente (Stiletto Ferito, Courtney & Grace), per capire meglio cosa significhi Lento Doloroso bisogna tuffarsi alle sue basi, nei fasti italo/romantic dei nostri 80's: da Gazebo a Den Harrow (in italia), fino ai Krukko/barocchi Alphaville.
Concludendo, non è ancora possibile immaginare come potrà essere nella sua completezza un disco degli Hurts (uscita fissata a fine estate), ma indipendentemente da questo, anche per ciò che si è visto e sentito sino ad oggi, c'è da augurarsi che possa fare successo. Sia mai che, di rimbalzo, possa portare riconoscimento e stimolo (ristampe?) ad una parte musicale del nostro paese (Scuro Scuro Records) fino ad oggi nascosta e, ai più, sconosciuta.
1 commento:
very nice blog thank you
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