02/03/10

WE ARE ONLY RIDERS

- Frequenze Reviews -


We Are Only Riders
The Jeffrey Lee Pierce Session Project
Glitterhouse Records, 2010

Le storie sono importanti, specialmente quando si parla di musica. E Jeffrey Lee Pierce ne aveva parecchie da raccontare. Tante sono anche quelle che si raccontano ancora oggi sul suo conto: tra il mito e la realtà di un losco figuro che si definiva un “Elvis venuto dall’inferno” per (in)cantarci di quanto il diavolo sia sempre dietro l’angolo.
Leader del gruppo che ha influenzato generazioni e generazioni di musicisti, i Gun Club sono stati la sua famiglia, che puntualmente tradiva, ingannava, disprezzava, distruggeva. Ma gli amici si ricordano di te anche se tu li hai trattati a pallettoni nel sedere, specie se magari riescono a racimolarci anche qualche dollaro. E così è stato. Nella soffitta di Cypress Grove spunta magicamente un nastro con alcune incisioni “grezze” ed incompiute di brani del Nostro. Qualche telefonata qua e là…una in Danimarca, un paio in Australia…qualcuna negli States. Ecco quindi raccolti alcuni dei suoi amici più affezionati e molti talentuosi musicisti appassionati del suono che ha imbrigliato la tradizione americana con il fuoco di un’esistenza al limite della maledizione, tutti pronti ad interpretare queste nove gemme incompiute e a dargli una vera e propria vita.
Nick Cave, che con i suoi Birthday Party era stato spesso paragonato ai Gun Club e con il quale JLP aveva condiviso infinite bottiglie di whiskey, apre le danze con “Ramblin’ Mind”. Mark Lanegan (che già aveva omaggiato i Gun Club nel suo album intitolato “I’ll Take Care Of You” coverizzando il brano “Carry Home”) ricrea perfettamente l’umore classico di JLP. L’album trasuda blues, ad eccezione di episodi sporadici come quelli dei Raveonettes o dei Crippled Black Phoenix che forse si discostano un po’ troppo dalle melodie polverose dei loro compagni. Anche Johnny Dowd non convince con la sua sgangerata personale interpretazione di "Costant Waiting". Fortunatamente subito dopo, ancora Nick Cave con l’aiuto di Debbie Harry (si, proprio QUELLA Debbie, anche lei vecchia amica di Jeffrey) riportano il treno sui binari con il country intimo di “Free To Walk”.
Anche Lydia Lunch, Isobel Campbel, Mick Harvey, David Eugene Edwards contribuiscono a rendere questo album non soltanto un commovente tributo a quello che Wim Wenders definisce come “uno dei più grandi bluesman di sempre” (una miscela mortale di Son House con Jim Morrison, sempre a dire suo), ma un vero dono a tutti gli appassionati dei Gun Club.
Non avete nessuna scusa: mettete nel carrello la vostra copia di “We Are Only Riders” prima che il fantasma di Jeffrey Lee Pierce decida di tormentarvi per l’eternità.

 “…Why are these songs not taught in school?”
Jack White, The White Stripes

Ora, se ne avete il coraggio, andate a cercarvi la storia della sua vita…


Marco Rota

7 commenti:

Deni ha detto...

Un grazie all'Animation Studio della Pixar per il video.

Marco ha detto...

AH AH AH!!!
Idolo...

Anonimo ha detto...

se tutti i dischi fossero così la musica potrebbe salvare il mondo

Anonimo ha detto...

questo disco fa godere

Unknown ha detto...

Buffo, proprio poco tempo fa pensavo che la gente un tempo non era ancora completamente lobotomizzata e la musica aveva un'importanza tale da poter davvero cambiare il mondo.
Una canzone poteva far pensare centinaia di migliaia di persone dopo un solo semplice ascolto.

Bei tempi.

Aesse ha detto...

Adesso ce nè troppa di musica
La valenza cambia di conseguenza

Una volta era tutto molto più semplice!

Marco ha detto...

A mio parere, di musica ce n'è sempre stata moltissima. Siamo noi ad essere peggiorati visibilmente.

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