13/01/10

BURNED IN FIRE

- Frequenze Classic -

Ci sono cose che nascono per finire male. Come alcune storie d’amore, intense e durature quanto un viaggio di eroina.
Nascono in una scintilla, bruciano nel fuoco e muoiono nel silenzio.
L’ultimo brano di “Miami”, l’opera seconda dei losangelini Gun Club, è stato paradossalmente il primo brano di quell’album a cui ho potuto prestare orecchio. Ci siamo scelti da distante…prima eravamo due perfetti sconosciuti. Entrambi allo scuro dell’esistenza dell’altro. Poi ci siamo guardati, dapprima i piedi. Polvere sugli stivali…deserto.
Rapidamente gli occhi sono saliti a guardare gli occhi. L’anima nell’anima. Una cosa sola. Un colpo sordo di fucile in faccia ed ecco le mie cervella sparse nella polvere, a sporcare le vite di chi assisteva impotente.
Una storia d’amore violenta. Certe cose nascono per finire male…e muoiono nel silenzio.



“Sono stato sulla riva della tristezza
sono stato sulla riva della paura
nel buio, sotto i cavi elettrici.
Li sento chiamare il mio nome.

Ti diedi la chiave per l’autostrada
e la chiave per la mia stanza al motel
e sono stanco di partire e ripartire
così, non tornerò più in dietro un’altra volta.

Oh, amico mio dagli occhi scuri
ti sto chiamando di nuovo
voci flebili che non dicono nulla,
non dicono nulla sino alla fine.

Oh, Madre Natura
chiedono un nascondiglio
ma, resta ancora dietro al muro,
la loro tristezza cresce come erbaccia
sulle mie cosce e sulle mie ginocchia.

Oh, Madre Natura
il vento è caldo.
Ho fatto del mio meglio, ma non ci riesco
ed i miei occhi svaniscono
in questa vasta campagna.”

The Gun Club “Mother Of Earth”, dall’album “Miami”, 1982.

Marco Rota

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