26/10/09

BLK JKS - AFTER ROBOTS

- Frequenze Reviews: Africa Rising -


BLK JKS

"After Robots"
2009 Secretly Canadian


Uno fra i migliori album che il continente nero ha sfornato negli ultimi 20 anni. La produzione Diplo/Brandon Curtis (Secret Machines) ci regala la grossa soddisfazione di sottolineare un lavoro ben fatto, ricco di risvolti, echi, sviluppi futuri e tanto altro. E' un'Africa diversa quella che suonano i BLK JKS: un grande essere globale dove si fondono razze, pensieri, tradizioni, dove i confini si annullano. E' un'Africa che parla la propria lingua ma anche la lingua del mondo (l'inglese), un paese dove il primitivo e tribale danza con la tecnologia dei giorni che viviamo. La verità è che inizialmente si può rimanere spiazzati dall'enorme cocktail afro/progressivo che tuona dalle casse dello stereo. Tuttavia ogni ascolto nasconde una concreta evoluzione e il tempo rimane l'unico vero riferimento per poter capire che qui si fa davvero sul serio. Leggerete un pò ovunque di paragoni con Mars Volta e Tv On The Radio. Beh, è un interessante punto di partenza/vista ma non sufficientemente esauriente (c'è molto di più: Hendrix, King Crimson, ma anche questi sono solo altri nomi buttati come semplici coordinate).
Una cosa che invece potrebbe essere interessante sottolineare è che, fino ad oggi, in ambito pop/rock, abbiamo sempre ascoltato un'Africa interpretata e rimaneggiata da bianchi (due esempi su tutti: Paul Simon negli '80, Vampire Weekend di recente). Una musica abdicata. Con i BLK JKS si può tornare a parlare di nazione musicale affidata a chi originariamente ne detiene il pieno potere.
"Ecco la progenie di Fela" ha scritto un giornalista su una famosa testata musicale inglese. Vero, verissimo, Fela ne sarebbe orgoglioso.
Siamo giunti al dunque: Africa, risorgi.

BLK JKS - Molalatladi


8 commenti:

Deni ha detto...

Chi ricorda questo disco

http://www.youtube.com/watch?v=AsI8F70fy2M

potrà ascoltarne il nipote del 2009.

Con tutte le differenze necessarie per renderlo diverso ma uguale.

Deni ha detto...

Si parte da qui:

http://www.youtube.com/watch?v=y5Nem-PNHLY

Anonimo ha detto...

DISCO FANTASTICO!!!!

k ha detto...

Vi confesso che mi piacciono molto i dischi che presentate e come lo fate.Siete una fonte preziosa del web e l'unico blog musicale italiano che merita di essere seguito.

@deni
Non ho capito l'analogia che fai con il disco di fela kuti,sono 2 cose diverse!

Deni ha detto...

Ciao K,

innanzitutto grazie mille dei complimenti.

Se guardi, quel disco che ho segnalato è un live di Fela con Ginger Baker, l'allora (1971) immenso ex-batterista dei Cream.
Un inno percussivo della madonna (ascolta l'ultima traccia dove Baker sbidona con Tony Allen!) e, se vogliamo, uno dei primi veri "innesti" fra cultura africana e occidentale.

k ha detto...

Avevo intuito poi ;)

ReeBee ha detto...

Ma scusa secondo te l'Africa deve risorgere scimmiottando musica di altri continenti?
O peggio scimmiottare la musica che già negli anni '70 si suonava in Zambia vedi i Witch oppure gli Amanaz oppure anche in Nigeria e vedi i B.L.O.?
Il disco è molto interessante e vale ma prima di suonare le campane a festa almeno ascoltiamola sta musica Africana...
che magari scopriamo che è risorta da tempo ma ce ne accorgiamo solo quando parla la nostra lingua musicale...

Deni ha detto...

Ecco bravo ReeBee.
Hai detto bene.
Quando parla la nostra lingua musicale, quando riesce a parlare a tutti e non solo ad una stretta cerchia.
Infatti tu stesso citi gruppi (BLO, Witch, etc) che nei '70 (giustamente) prendevano da altri che l'Africa se la guardavano in cartolina.

E andava benone così.

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