10/12/08

DON'T CALL ME WHITEY

- Frequenze Ep Review -


WHITEY

'Made Of Night' Ep
Marquis cha cha

Streetwords of the sour(mp3)
Made of night(mp3)
Not you again
Shaking on a string


Whitey myspace


‘La risposta inglese agli LCD Soundsystem’ ad un domanda che nessuno ha mai posto. O se l’ha fatto, assolutamente a sproposito. Da questo infelice paragone il primo album del giovane polistrumentista Nathan J. Whitey venne accolto e stroncato da una buona fetta di critica nostrana, reo di aver visto la luce in concomitanza col debutto degli LCD e di condividerne a grandi linee l'attitudine. E pensare che all’estero (cliccare per credere) i giudizi positivi sono andati a ruba! Ma ormai è del tutto inutile star qui a dissertare su chi abbia preso il granchio, no?!
"The light at the end of tunnel is a train", uscito nel 2005 per 1234 Records è un bel viaggio allucinogeno scandito da una cassa battente, mai troppo invasiva grazie a manipolazioni di filtri e riverberi, chitarre corrosive e bassi patinati, a cui fa da contraltare un cantato languido e distaccato. Paragoni spontanei non ne escono, ed è già un grande punto a favore. Tanto quanto la genesi del disco. Infatti Whitey ha fatto tutto da solo: scritto i testi, suonato violino, le tastiere, i sintetizzatori, il basso, la batteria e programmato tutte le macchine su ritmiche ripetitive ed ossessive, un po' noisy ma sempre brillanti e con un orecchio teso alla scuola d’ipnosi teutonica. Ora il ragazzo di West London torna con un ep di 4 canzoni intitolato “Made Of Night”, prologo ideale di un secondo album che, come si evince dal myspace ufficiale (ne esiste un'altro segreto di rarità e b-sides), si trova tutt'ora confinato, per qualche ignota ragione, in una specie di limbo. Apre “Sweetwords For The Sour” con un jingle jangle sintetico a presa rapida. Sfido chiunque a rimanere fermo a bordo pista. Calano le tenebre sulla successiva “Made Of Night”, una ballata costruita su arpeggio catalano scandito da una pulsazione metronomica appena accennata. Le ultime due non spostano tanto gli equilibri di un ep che fa ben sperare per il futuro di un talento rimasto incompreso solo alle nostre latitudini.


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