Ne sono passati di anni da quell’Inghilterra che creava generi e mitragliava il mercato discografico, coniando mode e icone quasi ogni settimana. Ma c’è qualcuno che pare non aver perso la “British-Verve” e pare non esser nemmeno invecchiato. Era ed è la band meno patinata di Oxford, i ragazzi cattivi del Brit-Pop, i Supergrass. Proprio nel 2008 licenziano il loro settimo studio-album dal titolo Diamond Hoo Ha e non hanno timore di nessuno. On stage sono sorridenti e sereni, nulla è cambiato da quando li vidi la prima volta una decina di anni fa, persino i visi curiosi e attenti del pubblico sembrano gli stessi di allora. La formazione è quella originale capitanata da un’impeccabile Gaz Coombes. L’unico elemento aggiunto alla band è un giovanissimo chitarrista/percussionista/a tratti ballerino, eccentrico e pressoché inutile, la cui presenza è pressochè ininfluente viste le dimensioni storiche dell’evento. Quindi, seppur con qualche ritocco temporale, tutto questo si continuerà a chiamare semplicemente Rock Inglese e fedeltà ad uno stile: quello che sdrammatizza e interpreta l’eleganza, quello che si cala nella vera musica, quello che rende onore ai Rolling Stones e che ha ancora qualcosa da dire e insegnare. Armati di strumenti si comincia proprio da Diamond hoo ha man e altri estratti dall’ultimo lavoro della band: il suono è ruvido e caldo e anche se stiamo parlando di uno dei dischi meno venduti dell’anno, l’impatto live da a intendere che dietro a questi suoni non troppo moderni si celano ancora vere e proprie “Canzoni”. Così si prosegue: pochi brani di riscaldamento e il coro di Movin’ scuote totalmente la folla. Comincia un viaggio a ritroso nel tempo, e tra ricordi ed emozioni inestimabili, sferzate di suono dritte al cuore concludono la prima parte dello show come un fiume in piena sulle note di Richard III, Mary, Sun Hits The Sky e un’attualissima Pumping On Your Stereo. La seconda parte del live è decisamente più rabbiosa, i cattivelli di Oxford non si risparmiano e saccheggiano letteralmente la tracklist del loro primo album I Should Coco, Gaz recupera persino la vecchia chitarra degli esordi per eseguire Caught By The Fuzz e Strange Ones, il turbine si conclude con la splendida Lenny. All’appello è mancata solo la celeberrima Alright ma non ci sono pecche di alcun tipo. La storia non si dimentica, soprattutto se ben pochi hanno saputo reinterpretarla fino ad oggi.
Alessandro Zoffoli
(Toffolomuzik)
Alessandro Zoffoli
(Toffolomuzik)
Supergrass - Pumping On Your Stereo
Supergrass - Beat It (Michael Jackson Cover)
Supergrass - Mary
2 commenti:
A me e' sembrato che in questi anni i Supergrass abbiano voluto togliersi di dosso del tutto la loro impronta brit pop e quindi speravo/mi immaginavo un concerto più lisergico e meno revivalistico..(coordinate Road To Rouen..)
Il cambio della chitarra l'ho interpretato come se il cantante dicesse: ok, volete i pezzi vecchi? allora devo cambiare qualcosa perche' ora come ora io non suono più così brit!" e io aggiungo "fortunatamente!".
e il 'nuovo pezzo osannato dalla platea perche' smartellato da Mtv' (o forse da qualche pubblicità) mi ha fatto scender la catena.
W i nuovi Super'blue'grass!
@ Dj Toffolo: la musica (elettronica) che hai messo venerdì mi e' piaciuta molto..mi posti un pò della scaletta, thnx?
ciao Ste, conattami via myspace e ti lascio qualche titolo.
Grazie ciao
www.myspace.com/toffolomuzik
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