03/09/08

YOAV "CHARMED & STRANGE"

- Frequenze Review - Recensione n. 80/08

Charmed & Strange
2008 - Universal

Adore Adore (Mp3)
Club Thing
Live
One By One
There Is Nobody (Mp3)
Wake Up
Beautiful Lie
Angel And The Animal
Sometimes
Yeah The End
Where Is My Mind

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YOAV Official Site


Yoav è certamente parte dell'evoluzione della schiera di one-man-band che da anni affollano il mondo della musica, evoluzione che oggi porta i nomi di Josè Gonzales, Fink e Bon Iver su tutti. Partendo da tale presupposto, il primo disco di questo ragazzo di origini israeliane può contare su uno spessore autoriale certamente inferiore ai colleghi, ma anche su un impianto musicale indubbiamente più carico. Per capirci meglio, la vicinanza alla galassia Fink/Josè Gonzales è direttamente proporzionale a ciò che da essa la divide: stesse le atmosfere, diversa la loro interpretazione. Il background che lo ha formato, fatto di continui cambi di residenza (Israele, Sud-Africa, Londra, America) e dell'ascolto di generi profondamente all'opposto (Simon & Garfunkel, Beatles, ma anche Cure, U2, Depeche Mode, una buona dose di Hip Hop e più recentemente, di elettronica minimale) lo hanno portato ad esprimersi con caratteri certamente più contaminati e dinamicamente più pop.
Immaginate lo scheletro di una produzione di Timbaland o Timberlake, elaborata da un bluesman infettato da groove costantemente progressivi. Ecco il punto: quella di Yoav, in fondo, potrebbe essere Trance Music per chitarra. Il rischio di rimanere ipnotizzati dall'uso del pedale delay, in questo caso, è verosimilmente reale. Il riff che regge Beautiful Lie, una Born Slippy sciolta e riassemblata al chiaro di luna di un steppa berbera, è quanto di più sinceramente vicino ci sia ai novanta delle pasticche, senza le pasticche. Il vortice ritmo/armonico che sorregge l'intero album, fra le atmosfere pop di Club Thing, lo stomp-blues tirato di There is Nobody e la marcia desertica di Wake Up (ad eccezione della inutile Yeah, the End), colpisce a fondo e senza pause fino a quando, una interessante revisione di Where is My Mind dei Pixies, scalda la matrice cuore/orecchio come una coperta di lana in un freddo pomeriggio novembrino.
La continua ricerca della melodia ad effetto, centrata quasi sempre in maniera egregia, l'uso spettacolare della cassa della chitarra come strumento percussivo, e l'approccio meno impegnato all'impianto dello script rispetto ai colleghi, ne fanno un potenziale nemico delle menti indie più convinte ma anche un fenomeno da ascoltare con piacere ed interesse per tutti gli altri (noi compresi).

Date un'occhiata al video che alleghiamo:
Yoav - Beautiful Lie (Live in Studio)

1 commento:

Lucien ha detto...

Ehi, ma questo è fortissimo. Grande segnalazione.

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