Alessandro Baricco
I Barbari – Saggio sulla mutazione
Universale economica Feltrinelli
Pagine 213 - Anno 2008
L’ultimo libro di Alessandro Baricco “I Barbari - Saggio sulla mutazione“ raccoglie una serie di articoli apparsi sul quotidiano La Repubblica tra maggio ed ottobre 2006, pubblicato lo stesso anno da Fandango ed infine questa primavera nella collana Universale economica Feltrinelli.
In questa serie di articoli Baricco cerca di affrontare e spiegare un interessante quanto universale quesito sociologico, la comune percezione umana di un imminente quanto violenta mutazione, che investe la nostra cultura in tutti i suoi aspetti, non solo nei modi ma altresì nei contenuti.
Certamente l’argomento non è nuovo, si trovano tracce di questa paura in tutta la storia umana, a riprova di ciò basta rileggere la definizione che un comune vocabolario dà della parola rivoluzione “Rivolgimento radicale che consiste nella rimozione totale di un preesistente sistema al fine di edificarne uno totalmente nuovo, che sia espressione del substrato culturale dal quale trae ispirazione”.
Rimozione totale di un preesistente sistema. Qual è lo squilibrato che, facendo parte anche solo indirettamente di questo sistema destinato alla sicura e probabilmente violenta estinzione, non proverebbe puro terrore? Pensate ora a quante piccole grandi rivoluzioni l’uomo ha assistito nella sua storia: rivoluzioni culturali, industriali, tecnologiche, teologiche, sociali ecc. Appare chiaro quanto la paura del cambiamento abbia accompagnato la vita degli uomini di ieri e di oggi.
Quest’angoscia cova dentro ognuno di noi, pronta ad esplodere con violenza e sdegno ogni qualvolta nella nostra vita irrompa “un’arte nuova”, dissimile nei modi ed in qualche modo svilente verso tutto ciò che fino a quel momento ci ha commosso, esaltato, fatto rabbrividire, sorridere e piangere.
A dispetto dell’enormità dell’argomento trattato, I barbari non è un vero saggio, Baricco sfiora solamente gli argomenti che propone e pare piuttosto disonesta l’argomentazione della sua analisi, portata avanti trattando campi di quella cultura nazionalpopolare (calcio, libri e vino) che chiaramente va a toccare la sfera emotiva di un gran numero di persone, chiamando in gioco un’inevitabile nostalgia, che porta il lettore a temere il “nuovo” e vivere come vera e propria invasione violenta il naturale evolversi della storia.
Lo stile è irritante e paternalistico, la sensazione è quella di un ritorno ai banchi di scuola, dove troppo spesso ci si trovava nostro malgrado ad assistere a quelle interminabili lezioni in cui la professoressa di turno credeva di avere davanti una classe di stupidi bambini e non di giovani uomini e donne. A conferma di ciò la pubblicazione è stata corredata di un imbarazzante glossario, in cui viene spiegato il significato di parole come internet, click o Ipod.
Mi ha sorpreso non poco scovare questo volume nello scaffale dedicato alla filosofia, mi è parsa una “barbarie” inaudita perpetrata verso una cultura antichissima avvezza a ben altri interpreti. Probabilmente gli ultimi anni trascorsi a far passare per geniale un buon narratore hanno portato il nostro autore a credere veramente di esserlo.
Vorrei chiudere con una piccola precisazione personale, non ho nulla contro Baricco, non cercatemi nella vasta schiera dei suoi detrattori ad ogni costo. Mi piace il Baricco narratore e consiglio spesso alcuni suoi ottimi romanzi, solo non amo il Baricco saggista.
Speriamo esca presto un suo nuovo romanzo, l’ultimo (Questa storia) mi era molto piaciuto, magari ne parlerò in un altro post.
Matteo Armillotta
I Barbari – Saggio sulla mutazione
Universale economica Feltrinelli
Pagine 213 - Anno 2008
L’ultimo libro di Alessandro Baricco “I Barbari - Saggio sulla mutazione“ raccoglie una serie di articoli apparsi sul quotidiano La Repubblica tra maggio ed ottobre 2006, pubblicato lo stesso anno da Fandango ed infine questa primavera nella collana Universale economica Feltrinelli.
In questa serie di articoli Baricco cerca di affrontare e spiegare un interessante quanto universale quesito sociologico, la comune percezione umana di un imminente quanto violenta mutazione, che investe la nostra cultura in tutti i suoi aspetti, non solo nei modi ma altresì nei contenuti.
Certamente l’argomento non è nuovo, si trovano tracce di questa paura in tutta la storia umana, a riprova di ciò basta rileggere la definizione che un comune vocabolario dà della parola rivoluzione “Rivolgimento radicale che consiste nella rimozione totale di un preesistente sistema al fine di edificarne uno totalmente nuovo, che sia espressione del substrato culturale dal quale trae ispirazione”.
Rimozione totale di un preesistente sistema. Qual è lo squilibrato che, facendo parte anche solo indirettamente di questo sistema destinato alla sicura e probabilmente violenta estinzione, non proverebbe puro terrore? Pensate ora a quante piccole grandi rivoluzioni l’uomo ha assistito nella sua storia: rivoluzioni culturali, industriali, tecnologiche, teologiche, sociali ecc. Appare chiaro quanto la paura del cambiamento abbia accompagnato la vita degli uomini di ieri e di oggi.
Quest’angoscia cova dentro ognuno di noi, pronta ad esplodere con violenza e sdegno ogni qualvolta nella nostra vita irrompa “un’arte nuova”, dissimile nei modi ed in qualche modo svilente verso tutto ciò che fino a quel momento ci ha commosso, esaltato, fatto rabbrividire, sorridere e piangere.
A dispetto dell’enormità dell’argomento trattato, I barbari non è un vero saggio, Baricco sfiora solamente gli argomenti che propone e pare piuttosto disonesta l’argomentazione della sua analisi, portata avanti trattando campi di quella cultura nazionalpopolare (calcio, libri e vino) che chiaramente va a toccare la sfera emotiva di un gran numero di persone, chiamando in gioco un’inevitabile nostalgia, che porta il lettore a temere il “nuovo” e vivere come vera e propria invasione violenta il naturale evolversi della storia.
Lo stile è irritante e paternalistico, la sensazione è quella di un ritorno ai banchi di scuola, dove troppo spesso ci si trovava nostro malgrado ad assistere a quelle interminabili lezioni in cui la professoressa di turno credeva di avere davanti una classe di stupidi bambini e non di giovani uomini e donne. A conferma di ciò la pubblicazione è stata corredata di un imbarazzante glossario, in cui viene spiegato il significato di parole come internet, click o Ipod.
Mi ha sorpreso non poco scovare questo volume nello scaffale dedicato alla filosofia, mi è parsa una “barbarie” inaudita perpetrata verso una cultura antichissima avvezza a ben altri interpreti. Probabilmente gli ultimi anni trascorsi a far passare per geniale un buon narratore hanno portato il nostro autore a credere veramente di esserlo.
Vorrei chiudere con una piccola precisazione personale, non ho nulla contro Baricco, non cercatemi nella vasta schiera dei suoi detrattori ad ogni costo. Mi piace il Baricco narratore e consiglio spesso alcuni suoi ottimi romanzi, solo non amo il Baricco saggista.
Speriamo esca presto un suo nuovo romanzo, l’ultimo (Questa storia) mi era molto piaciuto, magari ne parlerò in un altro post.
Matteo Armillotta
6 commenti:
Concordo pienamente...Sono a tre quarti del libro e sto per arrivare al glossario...E senza alcuna offesa per l'autore (di cui ho letto lavori certamente migliori di questo) a parlare sembra un vecchio arrabbiato ,quasi scocciato...che si accanisce contro fenomeni che nonfanno parte dela sua epoca...sembra quasi se la prenda indiscriminatamente contro qualsiasi cambiamento in modo acritico, indipendentemente dal fatto che esso sia positivo o negativo...
Comprando questo libro mi aspettavo un saggio di un buon autore contemporaneo che mi esprimesse la sua opinione sui cambiamenti sociali degli ultimi 40 anni invece mi sono trovata di fornte alla predica di un uomo troppo arrabbiato per riuscire a scindere i lati positivi da quelli negativi presenti in tutti i cambiamenti succedutisi nella storia umana...
Rimango allibito dalla grande quantità di articoli che denigrano il "saggio sulla mutazione" Non ho nessuna intenzione di dilungarmi in argomentazioni, ma mi sembra veramente che la stragrande maggioranza di coloro che hanno scritto gli articoli e i post in questione non abbiano appreso minimamente il senso e lo stile del libro. Non ho avuto assolutamente l' impressione di leggere le parole di un "vecchio arrabbiato" anzi , mi è sembrato sempre di scorgere tra le pagine la gioia quasi infantile di aver avuto una piccola illuminazione. Tanto meno mi è sembrato che se la sia presa "contro qualsiasi cambiamento in modo acritico", quando anzi, si tratta proprio di un saggio in difesa delle invasioni barbariche. Per non parlare di quelle geniali intuizioni su come il sistema fondante del algoritmo di Google, possa avere delle ripercussioni sulla cultura, degne dell' invenzione della stampa di Gutenberg.
A Proposito di Baricco, trovandomi in disaccordo con molte delle sue idee, ho pensato semplicemente di controbatterle...senza voler criticare il suo stile letterario, il suo libro di idee è stato un invito troppo forte alla critica in quanto va punto per punto in direzione esattamente opposta a quanto porto avanti io, con tutta umiltà
vi invito alla lettura
http://hcgeneration.blogspot.com/2009/12/lettera-aperta-baricco-oltre-i-barbari.html
Gente: barbari: merda: dovete capire che chi vi critica non è sempre solo arrabbiato e paternalistico, ma che è possible che voi siate effettivamente delle teste di cazzo meritevoli di biasimo e di critica, che non capiate assolutamente nulla e che provochiate la frustrazione di persone un pochino migliori di voi e che come voi hanno poca pazienza, e che siate effettivamente delle scimmie non in grado di comunicare con le persone più avanzate, che comprensibilmente provano una "soggezione inversa" a rivolgersi a voi - anche voi al loro posto reagireste nello stesso modo. Per quale cazzo di motivo sarebbe vero l'inverso? Perchè mai voi NON sareste delle scimmie imbecilli, barbari del tutto privi di un motivo per esistere, quando tutti, tranne le altre scimmie, vi dicono che lo siete? Cosa direbbe di voi Nietzche, pensate che Nietzche vi consideri degni di rispetto e non vomiterebbe alla vostra vista, SCIMMIE? Sveglia, scimmie. Che lo capiate o meno siete delle scimmie lo stesso, e siccome non è il vostro lavoro esserlo, costituite un problema, un anomalia dalla normalità, e se non cambierete, ve ne andrete dal mondo degli uomini, per stare tra le scimmie e scopare tra voi scimmie senza fare vomitare gli uomini. E questo accadrà indipendentemente da cosa il vostro cervello di scimmia vi suggerisce essere giusto o sbagliato. Tali vostre idee su giusto o sbagliato, infatti, sono sbagliate e alla Verità non gliene frega un cazzo delle vostre stupide opinioni da SCIMMIE e della vostra assurda, priva di prove credenza di essere uomini veri.
A tra qualche anno, scimmie.
Tesoromio hai dei problemi e su questo non c'è dubbio.
Siamo tutti scimmie e la Verità la conosci solo tu.
Adesso smetti di scrivere al computer e vatti a rimettere la camicia di forza. E stai sereno.
non concordo nemmeno un po'.
non ho mai avuto l'impressione di assistere alla lezione di un profe noioso e borioso, nè ho avvertito alcun elogio alla stupidità.
temo che abbiate capito gran poco del saggio di baricco: non si elogia la stupidità, si cerca di comprendere alcuni fenomeni odierni. facciamo un esempio stupido: blog vs libri. un sacco di intellettuali si son scagliati contro i blog in quanto tali, perchè ci scriveva chiunque, perchè non c'era selezione, perchè si trovavano banalità incredibili, perchè "vuoi mettere i libri". eppure ho letto libri osceni e meravigliosi post. e fin qua sarebbe banale: ha importanza ciò che viene scritto, che sia fatto su una pagina web, su di un libro o sulla pietra poco importa. ma baricco va oltre, facendo notare che i blog non sono nè meglio nè peggio dei libri, son solo diversi, aprendo possibilità precluse ai libri - pensate alla possibilità di scrivere piccoli post che fanno allusioni all'esterno, il classico "questa roba qui" col link: roba impensabile in un libro.
ecco, siccome c'è gente che considera i blog la peste del terzo millennio baricco ha avuto il merito di guardare la faccenda da un altro punto di vista.
non ho capito se le critiche derivano dalla constatazione di un'estrema banalità delle affermazioni del saggio o da una semplice forte contestazione delle stesse.
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