15/04/08

THE LADYBUG TRANSISTOR

- The Story Of A Band -

Qualche giorno fa ho visto 2 video di Jens Lekman su youtube. Ero curioso, tutti me ne parlavano dicendo che me ne sarei perdutamente innamorato. Bene. Ho ascoltato, ho sorriso e ho pensato che se mai incontrassi il signor Lekman gli chiederei "Quante volte al giorno ascolti "Perfect For Shattering" dei Ladybug Transistor?". E farei la stessa domanda anche ai Lambchop, ai Belle And Sebastian, agli Hidden Cameras, ai Magnetic Fields delle 69 canzoni d'amore. C'è stato un momento, tempo fa, in cui Gary Olson e i suoi artigiani avevano la verità in mano, ne sono stati illuminati e ne hanno sintetizzato un suono. Se lo sono trovato lì, quasi per caso, andando avanti con lo sguardo rivolto all'indietro, frugando tra i dischi di Scott Walker e i Left Banke, dando da mangiare alle anatre in un parco fuori New York con God Only Knows in un orecchio e Here, There And Everywhere nell'altro. In poche parole, distillarono quello che alcuni chiamarono poi Chamber Pop.

I primi due dischi usciti a meta'90, "Marlborough Farms" e "Beverley Atonale", svolgevano il tema in classe che tutti i gruppi dell'epoca dovevano comporre se volevano laurearsi a pieni voti nella facoltà di Indiologia, ovvero: scrivere un altro "Crooked Rain, Crooked Rain" (esame impossibile, come sapete, anche per gli stessi Pavement). E' evidente come Gary Olson vada spudoratamente fuori tema fin da subito, unendo alla ruvidezza sorniona di malkmusiana memoria uno sbocciare anomalo e inaspettato di flauti, ottoni, glockenspiele, rhodes che sono i bagliori di quel sogno pop scintillante che scalcia già nel suo cuore: e fu la sua salvezza. Da questo confuso esperimento, da quel suono già sottile, mercuriale e selvaggio alla Blonde on Blonde trarrà la formula per il passo successivo: rinnovata la line up, si lascia alle spalle ogni scoria Lo Fi e inizia a lavorare di fino, curando e limando ogni minimo particolare, scegliendo ogni parte e ogni timbrica con cura, allestendo un laboratorio post-modernista in cui mettere in pratica la lezione di maestri come Brian Wilson e Burt Bacharach, creando un'opera in cui le più disparate influenze, da Barrett agli Stereolab, dagli Style Council a Ennio Morricone, si congiungono tutti in bucolica grazia, trovando il loro posto in maniera perfetta e naturale, arrivando ad altezze ed equilibri che hanno del divino: signore e signori, ecco "The Albemarle Sound", un disco di pura poesia licenziato nel 2000, che apre il nuovo millennio con i suoi ricordi dal futuro, in cui il gusto per la canzone rappresenta un molo sicuro e assolato a cui approdare sognatori, anche se un pò disillusi e smarriti per la deriva della musica popolare. Con questo disco i Ladybug scovano "il posto lontano più vicino", la cui latitudine era già stata calcolata dai soliti Ragazzi della Spiaggia (magari dando da mangiare stavolta a delle capre..). "Today Knows" e "Like a Summer Rain" coleranno Oro Sonoro Puro nelle vostre orecchie, provare per credere.........

Claudio Cavallaro


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QUI

Mp3: The Ladybug Transistor - Splendor in The Grass

1 commento:

Anonimo ha detto...

Bell'articolo, anche se un pò lungo.
Ma forse è mi manca la concetrazione perchè sono troppo incazzato pensando alle sorti di questo paese di merda.

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