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E' opinione abbastanza radicata trattare il punk-funk alla stregua di un vezzo, una moda, una sfumatura di genere.
Io altresì ritengo sia un genere bello e buono, con una sua dignità. Tipo il rhythm n blues ma con molti meno iscritti e poca tradizione.
Fatta la premessa, mò vi ascoltate questi scozzesi sponsorizzati dagli Optimo Espacio in odore di debutto (il 9 novembre su Golden Teacher Records)
Se cercate una ottima miscela di synth muscolari, percussioni grezze e bassline gommose faranno decisamente per voi.
“a pop funk essay against wage labour and its lassitudes; a drum-driven homage to Senegal’s legendary poet Aby Ngana Diop; a propulsive ballad about two star-crossed lovers stuck downtown in the middle of an interstellar journey; a sweet and low last dance upon the stage of Liverpool’s late, great Kazimier club; a disorienting dive backwards into early terror of the animate shadows of childhood; a harvest song sung by machines in the autumn sun of a fully automated society; and the impressionist clamour of the eponymous grand finale’s tentative chamber music.”
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