Quello che frega le uscite dance sulla lunga distanza è il tempo di latenza, spesso breve come una bottiglia di latte fresco lasciata fuori frigo. Lo ascolti l’anno dopo e ti sembra uscito nel Mesozoico. Poi ci sono le eccezioni, rare, che si elevano dal contesto guadagnandosi i gradi di classico.
Tra questi, l'album di debutto omonimo Playgroup, pubblicato da Trevor Jackson nel 2001, ha giocato un ruolo chiave nella riscoperta delle moderne fondamenta della musica da ballo radicate nei sotterranei degli 80 più creativi: qualcosa che risuona potentemente ancora oggi.
Tra questi, l'album di debutto omonimo Playgroup, pubblicato da Trevor Jackson nel 2001, ha giocato un ruolo chiave nella riscoperta delle moderne fondamenta della musica da ballo radicate nei sotterranei degli 80 più creativi: qualcosa che risuona potentemente ancora oggi.
Dopo tanti anni di attività collaterali il buon Trevor ha deciso di riesumare la sua creatura e pubblicare 30 nuove tracce di materiale inedito, distribuite in 9 ep ultra limited e un doppio cd.
Macchevelodicoaffà: alchimia perfetta tra dub, new wave, industrial cerebrale, groove e robe da battaglia.
“Inspired by the hedonistic early days of house, disco, post punk, electro and dub, these tracks reflect a unique moment in time”, explains Trevor. “The emergence of underground club culture in New York, London, Chicago, Paris and Northern Italy was driven by pioneering DJ’s playing a wildly diverse soundtrack to a passionate, dance driven and open minded audience. It was a sensory overload of chemicals, bass, smoke, sweat, sex and danger; a testament to the non-air conditioned, non-i-Phone infested and non- corporate clubbing days of yore.”
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