La più grossa vanità della musica è quella di richiedere attenzione.
"Ascoltami. Ti devo raccontare una storia".
E' un difetto bellissimo, per carità.
Ma non è che uno ha sempre voglia di ascoltare, di capire, di comprendere. Come dice un saggio, ci sono momenti per leggere Dostoevskij e altri per sfogliare Sorrisi e Canzoni con la mano sugli zebedei.
Il bello dell'house music è proprio questo: è come il liscio, intrattenimento puro, movimento (la terrei un paio di gradini sopra a Sorrisi e Canzoni però, abbiate pazienza).
Ti stuzzica. Perchè una cassa in 4 è cibo per articolazioni.
Ti si mette di fianco e fa i cazzi suoi.
Sei tu che la fai entrare, se lo vuoi.
Ecco la grande umiltà.
Chiariamo: questo disco NON rimarrà nella storia, più o meno come il 99% degli album usciti negli ultimi 10 anni. E' un album da masticare nei vostri salotti, nelle vostre camere, nelle vostre auto, mentre state facendo altro.
Ad un certo punto finirà. E voi vi fermerete, perchè prima, anche se non ne eravate consci, vi stavate muovendo, ed era colpa sua.
E, sappiatelo, ci vuole una certa classe a muovere masse con discrezione.
Due tecnicismi: non aspettatevi la tamarrata alla Guetta o l'inno paraculo alla Daft Punk: i Cassius amano le cose che negli '80 hanno fatto dell'house un genere interessante, un crocevia di galassie unite da un unico intento danzereccio.
Il prodotto è intrattenimento munto per ceti con il drink in mano, il sorriso e un grosso amore per il sole e i posti caldi.
Gli ospiti sono tanti e colorati. Occhio a Cat Power: fa la differenza.
Chiudo facendomi tantissimi nemici: Nicolas Jaar un giorno s'è voluto proclamare musicista e cantante. GROSSA VANITA' sfociata in TANTO NULLA TRISTE fra un caos di campionamenti fighi. Nik ti sei preso troppo sul serio amico mio. Roba che qualcuno ti crede anche.
Io preferisco le persone umili e sorridenti che fanno quello che sanno fare bene......e si prendono poco sul serio (vedi video sotto).
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