Si sà, la prova del nove (o dovrei dire del due) per ogni artista esploso clamorosamente con il disco d’esordio è sempre il secondo album. Il disco d’esordio lo si elabora in mesi, se non anni, a lavorare sulle canzoni.
Una volta raggiunto il successo tutto cambia: gli impegni promozionali, i concerti e il jet lag riducono la scrittura a un processo più meccanico, dove spesso sono le scadenze e piuttosto che l’ispirazione a segnare i tempi.
Detto ciò, Some Minds è un buon punto di partenza.
"Gli ultimi quattro mesi sono stati il periodo più lungo che io abbia trascorso a Sydney senza essere in tour e, nonostante io ami viaggiare, è bello tornare a casa in un posto stupendo come questo. È stato un onore avere la possibilità di fare qualcosa in un edificio così iconico. Stare di notte dentro all’Opera House di Sydney senza nessun altro, a filmare, è stato abbastanza spaventoso. Il regista Clemens Habicht ha davvero compreso ciò che volevo realizzare bilanciando il reale ed il sintetico, ha un gran occhio. Forse è una lettera d’amore a Sydney."
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