Recensione consociativa per quei classici lavori sperimentali che se dici che ti sono piaciuti passi per snob e se dici che non ti sono piaciuti passi per pirla. Entrambi hanno avuto il merito di prendermi ignorante in materia e lasciarmi arricchito dando senso e significato a patterns e drones incomprensibili ad un primo ascolto. Così credibili le motivazioni che spingono Floating Points e Kuedo a scrivere quello hanno scritto in uno stile così apparentemente privo di logica. E invece dietro quell'affannarsi di suoni in libertà si nasconde una logica ferrea, che squarcia ampi orizzonti sui possibili modi di fare musica e di accettare una realtà più grande, più complessa, ma che andrebbe esplorata. Per la cronaca, il primo è un ep il secondo un album intero.
FLOATING POINTS -SHADOWS EP (EGLO RECORDS) 2011
KUEDO - SEVERANT (PLANET MU) 2011
4 commenti:
Per me sto disco è un mezzo capolavoro... tra Carpenter e Moroder.
Bravo Ale.
Ciao
Teo
Io voglio essere presente quando te e Ale vi sparate Kuedo dall'inizio alla fine.
Poi vi faccio tre foto: prima, durante e dopo.
E le posto sul blog come monito.
O esplode un genere. O esplodete voi.
"Tee, non si fa mica così."
Un anziano ad alcuni muratori
Tee, non si fa mica così.
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