22/04/11

FREQUENZE DEPRIMENTI

- Provocazioni ed istigazioni a delinquere a cura di Francesco Farabegoli -


Di ‘sti tempi sono un cannone. “Sono un cannone” è una delle mie frasi preferite da quando l’ho ripescata (è successo una riga sopra quella che state leggendo), la dice Steve Buscemi nel Grande Lebowski. Potrei dire di essere preso bene e male al contempo per la cosa in sé, ma non ho tempo. Siccome tuttavia non voglio passare al secondo episodio della Veglia Funebre Playlist senza mettere una qualsiasi intro, voglio parlarvi del mio prossimo progetto. Grazie per l’attenzione. Domenica sera stavo cenando al mio ristorante preferito tra quelli in Cesena Città. A un certo punto, più o meno verso la minestra, gli ampli hanno cominciato a sparare da Windows Media Player la solita playlist di pezzi che sento ogni sera che vado a mangiarci: Queen, Freddie Mercury solista, Mike Oldfield (Moonlight Shadow), Patti Smith (Because the Night), cose tipo Nelly Furtado, Nat Imbruglia e anche peggio. Stavo gustando un piatto di cappelletti incredibili e la musica non mi ha scalfito, il che può significare due cose:

♦ 1 la musica brutta non mi disturba più (non lo so, io non ascolto mai la radio)
♦ 2 l’uomo moderno è ciò che mangia, o quantomeno è ciò che mangia molto più di ciò che ascolta.

Ecco perché ho deciso di mettere in cantiere il mio primo podcast di sempre, che si chiamerà Pizzeria Trucida e avrà come obiettivo quello di essere piacione, disinformato, privo di gusto ed ascoltato in momenti in cui vengono fatte cose talmente fighe e divertenti che persino la musica si eleva a cose superiori. Giustificherò la mia assenza di gusto ed interesse per la ricerca con la stessa ragione di sempre: “vaffanculo, a casa ho un disco solista del chitarrista del Boxhead Ensemble e di tanto in tanto me lo ascolto pure” (sulla seconda parte ammetto di esagerare un po’). La prima puntata ovviamente si aprirà con L’ultimo bicchiere, perché mi piace giocare con la semantica. Un giorno potreste persino sentirlo sulle frequenze di Frequenze, basta che riesca a beccare Deni ubriaco e fargli firmare un paio di fogli.
Grazie per l’attenzione e benvenuti alla Veglia Funebre Playlist #2

MINUTEMEN – DOUBLE NICKELS ON THE DIME
Questa settimana mi sento svuotato e ridotto all’osso, come nel diario delle superiori, e non sono bravissimo con le citazioni di Jim Morrison. Avete mai avuto a che fare con la sindrome di Jim Morrison? È una malattia degenerativa tipica dei diari delle medie/superiori e si manifesta in citazioni casuali prese da qualunque parte e attribuite, nel dubbio, a Jim Morrison. Seguono esempi:
“Il mezzo è il messaggio.” (Jim Morrison)
“Obbedisco.” (Jim Morrison)
“Prendete e mangiatene tutti, questo è il mio corpo.” (Jim Morrison)
“We Jam Econo.” (Jim Morrison)
Niente, essendo svuotati e ridotti all’osso, la settimana è all’insegna del punk scheletrico, quindi Minutemen e poco altro. Mancarone D.Boon.

THE CORIN TUCKER BAND – 1000 YEARS
Questo è uno dei più grandiosi dischi indierock dell’anno scorso e probabilmente la cosa più fuori moda che si potesse concepire con il materiale a disposizione. Che sarebbe una ex-Sleater Kinney, gente del giro Unwound ad accompagnarla e un pugno di canzoni strepitose di fronte alle quali mi sento obbligato a cedere alla retorica e ai commenti a sfondo sessuale. Corin somiglia vagamente a una ragazza per cui mi ero invaghito ai boyscout e con la quale non ho mai parlato –ma sono convinto che se mi ci mettessi d’impegno potrei ricordare nome e cognome e provare a lurkarla su facebook. Naturalmente io non faccio queste cose, né conosco nessuno che le faccia.

THE STROKES – ANGLES
Sono sempre stato un moderato fan degli Strokes. Essendo stato SEMPRE moderato, anche quando perfino mia mamma pensava fossero il miglior gruppo della terra, non mi hanno mai infastidito, neanche ai tempi di First Impressions. Il disco nuovo fa schifo anche al gruppo. A me piace abbastanza, niente per cui tirarsi le pippe ma insomma.

THE JESUS LIZARD – GOAT
Then Comes Dudley. Non niente di originale da dire su questo disco, è il classico Disco Ciou. Per Disco Ciou si intendono quei dischi talmente fighi che persino scambiare opinioni entusiaste in merito è riduttivo nei confronti del disco, e l’unica vera risposta intelligente alla cosa è il mio intercalare dialettale preferito. “Ma quanto cazzo è figo Goat?” “Ciou.”

ANDREW WEATHERALL – THE REMIXES
Questa è una specie di bootleg che ho fatto io, anche se il disco prima o poi dovrebbe essere fatto uscire per legge. Sono partito per via della scimmia per il remix dei Fuck Buttons e ho messo insieme una scaletta party perfetta mettendo insieme pezzi del tutto a caso (comprese cose a nome Two Lone Swordsmen). In realtà io detesto Andrew Weatherall e quello che rappresenta, e i Primal Scream sono –tipo- il gruppo che più odio al mondo tra quelli che potrei amare. Nondimeno.

DANIEL JOHNSTON – FEAR YOURSELF
Amore puro. Probabilmente il più grandioso disco pop degli anni duemila assieme a The Meadowlands. Qualche settimana fa il mio amico Matteo ha pubblicato un pezzo per celebrare un anno dalla morte di Sparklehorse (http://bastonate.wordpress.com/2011/03/06/un-anno-dopo/) e mi ha ributtato a calci dentro al tunnel.

MEAT PUPPETS – II
Sta arrivando il caldo.

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