L’impulso più tangibile alla Frequenze Dep di questo giro è un post nel quale Deni tira una croce sul rock’n’roll come stile di vita e cosa da ascoltare. Naturalmente non sono d’accordo per puro principio, ma in tutto quel che chiunque dice riguardo alla morte di un genere musicale qualsiasi c’è del vero. Ecco tutto. La premessa ideologica su cui mi baso, dunque, diventa l’idea che il rock stia solo aspettando qualcuno di veramente CAZZUTO e indiscutibile che ne celebri il funerale in pubblico, quelle personalità a cui tutti danno ascolto per principio tipo Simon Reynolds, Banksy o Gino Castaldo o Mollica (pareva brutto citare solo uno di ‘sti due). Nell’attesa che ciò avvenga l’unica cosa che ci rimane è la gestione dell’esistente. Pertanto questo è il primo numero della Veglia Funebre Playlist a cura dell’artista formerly known as Kekko, compilata ad intervalli di tempo casuali e consistente dei dischi che sto ascoltando con più frequenza nel momento in cui scrivo. Il tutto dettato dalla più cieca e spontanea emozione, che detto a proposito del post di un blog vuol dire che non ho voglia di aprire Wiki per controllare date e quant’altro. Il contenuto non è interessante di suo, ma potrebbe suonarlo perché contrariamente a Deni e Ale e qualsiasi altra persona qua dentro io non mi cago di striscio né il vintage né l’elettronica, a parte alcuni casi fortuiti fuori contesto per cercare di fare impressione sulle ragazze –che al giorno d’oggi, nel mio giro, ti cagano molto di più se riesci a dire qualcosa su Shackleton piuttosto che sui Metallica. Per dire.
ACID APE – FLESHSPA (LUNASOUND)
Un disco uscito dalle parti del 2002-2003 su Lunasound –che era un’etichetta svedese credo ora defunta, pubblicava roba tipo Supersuckers o Valis o cose simili. I Valis erano un side project dei fratelli Conner, quelli degli Screaming Trees, hanno anche almeno un disco su Man’s Ruin quindi possono dire di essere stati sulla seconda più grande etichetta del mondo. Gli Acid Ape potrebbero stare sulla più grande in assoluto, invece, che si chiama Amphetamine Reptile e non pubblica più dischi di band tipo gli Acid Ape. Pazienza. Garage noise crudissimo, tipo Cows periodo bello (cioè un qualsiasi disco dei Cows).
RADIOHEAD – THE KING OF LIMBS (AUTOPRODOTTO)
Un paio di settimane fa stavo all’Officina e ne parlavo con Claude Horser. Mi ha confessato di non esserci andato sotto, io gli ho confessato di sì. È l’unica conversazione che abbiamo avuto in tipo due anni, almeno così mi sembra. Mi ha chiesto un modo per apprezzarlo, io gli ho risposto che secondo me è l’equivalente contemporaneo di un disco dei Lamb del ’94. Ora, visto che il primo disco dei Lamb è del ’96 o del ’97, non biasimerei se Claudio non mi rivolgesse la parola per altri due anni. Sta di fatto che il nuovo disco dei Radiohead è il primo disco dei Radiohead che amo dai tempi di OK Computer, e ho persino fatto un elenco delle ragioni. Ma l’ho già pubblicato da un’altra parte, quindi non ricomincio a menare il torrone.
BEYONCE’ – GREATEST HITS (ETEROPRODOTTO)
Non sono convinto sia uscito un Greatest Hits di Beyoncè, comunque esiste un torrent con una selezione dei suoi migliori singoli. In realtà non avendo ascoltato i singoli non posso nemmeno giurare che siano i migliori. La mia preferita è All The Single Ladies, me la immagino anche suonata live da un gruppo fatto di tre ragazze e un batterista. Sarebbe PESISSIMO. Ecco.
DEERHUNTER – HALCYON DIGEST (4AD)
Il disco del 2010 che ho più ascoltato in assoluto. Se la giocava con i Black Mountain ma li ho accantonati nelle ultime settimane. Questo invece s’è parcheggiato in auto e non si schioda quasi mai.
REM – COLLAPSE INTO NOW (WARNER)
Non ho niente di intelligente da dire sui REM. Mi dispiace che non facciano il tour.
J MASCIS – SEVERAL SHADES OF WHY (SUB POP)
Se fosse uscito verso luglio sarebbe stato il disco dell’anno. A marzo è troppo presto, quando arriveremo a dicembre se lo saranno scordati tutti o avranno adottato un nuovo feticcio folk-morte a caso con barba e struggimenti da pastore del cazzo.
LOGICAL NONSENSE – EXPAND THE HIVE (ALTERNATIVE TENTACLES)
Un gruppo crust-metal violentissimo a caso, disco uscito verso il ’97 o ’98, ripescato da una pila di robe che non sentivo da un po’. L’altra sera l’ho tirato fuori e l’ho sentito tipo cinque volte in cuffia per non disturbare il cane.
HUSKER DU – CANDY APPLE GREY (WARNER)
Quando arriva la prima vera io inizio a starnutire e ad ascoltare i dischi degli Husker Du. A starnutire ancora non ho iniziato.
BELLINI – SMALL STONES (TEMPORARY RESIDENCE)
Agostino e Giovanna Uzeda più il batterista –mi pare- dei GVSB (a questo punto Damon Che doveva essersene già andato). Lo sto riascoltando un casino perché ho voglia di roba indie che sia asciutta e minimale senza essere post.
Fine della prima puntata. Naturalmente non sono convinto ce ne sarà una seconda, ma anche sì. Magari a un anno da oggi sarà la rubrica settimanale più letta dagli indierockers italiani dopo l’oroscopo di Brezsny. Gemelli: più Bongzilla questa settimana. Ciao ciao.
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