Di sti tempi l'autocelebrazione dei blog passa per due strade obbligate: la classifica dell'anno trascorso (ci arriveremo) e lo scouting incontrollato per l'anno venturo. Iniziamo dalla seconda con due band agli opposti di cui si parlerà bene, soprattutto in proiezione live, grazie alle ottime referenze provenienti dal regno unito. Londra precisamente.
I Factory Floor, già trio, poi duo ed ora ancora trio sono una band in costante trasformazione proveniente dall'est di Londra, per ora composta da Gabe Gurnsey, Dominic Butler e N Colk. Il loro suono è intenso, elettronico ed abrasivo, spesso paragonato ai primi New Order, profondamente ispirato dal post-punk. Con il primo ep "Planning Application" (seguito nel 2010 da alcune uscite in edizione limitata su Blast First Petite), tutto suonato con apparecchiature vintage, tape loop, strati di feedback, linee di basso krauto e supportato da basi eteree e voci graffianti, hanno guadagnato crescenti consensi per la capacità di saper trasformare suoni ready-made, riff spigolosi e linee di basso gommose in qualcosa di dark e inquietante, ma metronomico, preciso e sempre incline al ballo.
file under: gang gang dance, cabaret voltaire, 23 skidoo
Factory Floor - Lying
Floating Points (al secolo Sam Shepherd) è un compositore classico, pianista jazz e dottore in genetica molecolare; gestisce di suo una etichetta discografica, la Eglo, che fin dalle prime uscite, inizio 2009, grazie a una miscela di boogie-house, glitch-hop e jazzy dubstep, ha acceso la lampadina nella testa di gente influente come Gilles Peterson, Theo Parrish, Kode 9, Radiohead e Fourtet. Grazie alla sua formazione classica nel 2010 ha dato vita anche ad un' ensemble di 16 elementi con cui, fra archi, ottoni, chitarra, basso, batteria, vibrafono, synth e piano Rhodes, ha vinto l'ultima edizione del Gilles Peterson 'Worldwide Awards' nella categoria miglior live act.
Sarà questa la direzione? Si vedrà, intanto è uscito un 10 pollici per Ninja Tune composto arrangiato e registrato in una settimana di lavoro agli Abbey Road. Il risultato è un sontuoso soul orchestrale dai toni cinematici in cui è facile perdersi e lasciarsi trasportare alla deriva. Due splendide suite che confermano il ruolo chiave di Sam Shepherd come un autore nella nuova musica britannica.
file under: cinematic orchestra, sun ra, matthew herbert orchestra
3 commenti:
Factory Floor visti dal vivo un paio d'anni fa con la formazione a tre erano abbastanza impressionanti, non tanto per il suono, tutto sommato "prevedibile", anche se parecchio secco e potente, quanto per l'intensità e la precisione con cui recitavano la parte della band glaciale post-punk.
Non cambieranno forse la storia della musica e dubito saranno mai molto popolari, ma di certo sapevano come colpire.
ciao, e.
dimenticavo di ringraziare per il link al pezzo nuovo che non avevo ancora sentito, sempre più leggeri e Pop eh ;)
grazie della testimonianza, enzo!
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