Nottingham? La West Coast? Saturno? In realtà non ci interessa veramente da dove arrivino i Soundcarries perchè l'atmosfera che sanno creare è talmente perfetta, pura e rarefatta da lasciare in secondo piano tutto ciò che non ha a che fare con la musica. Questo quartetto fresco di secondo album (Celeste) ci accompagna in terreni poco esplorati dello space rock con piglio retro-futurista ed estetica che rimanda a riferimenti importanti: Stereolab, Can e Broadcast. In poco tempo hanno raccolto giudizi e recensioni spaventose da parte dei più autorevoli magazine del settore e probabilmente hanno un ufficio stampa non ancora all'altezza di tanto sopito clamore.
Giornalista politico non è una credenziale comune nella biografia di un musicista, tant'è che prima di incotrare Geoff Barrow la vita di Anika si divideva tra servizi e interviste sull'asse Berlino-Bristol. Il produttore era alla ricerca di una nuova voce da inserire nel fitto tessuto sonoro dei Beak>, ma da subito è stato chiaro che grazie alla stessa visione musicale, un profondo amore per il post punk, il dub e il funk bianco, valesse la pena dedicarle dodici giorni di registrazioni. In quattro, dal vivo, senza sovraincisioni. E nonostante il sound, molto industriale tipico del nord dell'Inghilterra, la giovane Anika è riuscito a convincere quelli della Stone Throw a distribuire l'album negli States e in Giappone. Bel colpo davvero.
Con due padrini come Flyng Lotus e Paul White la cantante di origine turca Ahu Kelesoglu è in buone mani. Ancora agli albori di una carriera, che si spera sia florida e ricca di soddisfazioni, debutta con un singolo intenso, notturno che si dipana su una raffinata melodia circolare dal taglio souljazz vellutato e vagamente psichedelico.
Nessun commento:
Posta un commento