A Sufi and a Killer
2010 - Warp
Mi ricordo quando ascoltai per la prima volta Mellow Gold di Beck. Abituato alla fitta foresta grunge/hip hop dei primi '90, il disco di Beck mi arrivò come qualcosa di intricatamente semplice, fitto e congestionato, maldestro e storto, e mi spiazzò: riff blues a sovrapposizione libera, chitarra acustica tritata dai pedali, ritmi da strada e una voce stracompressa, neanche particolarmente bella, con un retrogusto shoegaze. Ero fra lo schifato e l'affascinato, quello stato psichico che, adesso so, precede un innamoramento viscerale. Mi ci vollero un pò di ascolti per rendermi conto di essere diventato una preda. Amore puro.
Questo è il flashback che mi è apparso quando ho ascoltato Gonjasufi.
Stesse sensazioni. So che c'è qualcosa di semplice fra quella montagna di suoni che potrebbe stendermi da un momento all'altro. Sicuramente un paletto musicale piantato a fondo, l'inizio della generazione post-beck, un disco radicale, viscerale, sentimentale e se mi venisse qualche altro aggettivo con -ale lo scriverei. Consideratelo come un allucinogeno: da affrontare con lo spirito giusto e con profondo rispetto verso le visioni che potrebbe causare.
3 commenti:
Sono stati cancellati 18 commenti da questo post. Non parlavano di musica nè di cose sensate, quindi nessuno si è perso nulla.
no dai; sfidavo a trovare cosi tanti commenti (così poco intelligenti) in un'altro post su Gonjasufi per tutto il web!!!!!
il mio primo intervento parlava di musica, peccato poi per il codazzo di imbecilli che ha scritto di seguito (erano solo in due,ma imbecilli forti)
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