11/02/10

DISCO MAELSTRÖM

- Thoughts on the Dancefloor -


Ci sono molti modi di re-inventare un genere. In tanti, oggi, cercano di attualizzare il concetto di disco music introducendo idee che ne cambino in qualche modo i connotati. C'è invece chi crede che non spostare certi equilibri sia la cosa migliore per rendere l'originale spirito di un genere che ha conosciuto il vero splendore più di trent'anni fa.
La disco aveva toccato una cifra stilistica notevole proprio quando il proprio peso l'ha inevitabilmente fatta sprofondare verso il basso.
Il gorgo creato dai tanti eccessi di quell'ambiente ha fatto piazza pulita dell'enorme impianto musicale e scenografico che lo seguiva, lasciando ovviamente spazio ad altre realtà.
Una considerazione a parte voglio farla: la cosa veramente incredibile, pensateci, è come ogni tipo di musica moderna sia nata dalla mente e dal groove dei neri ma portata al vero successo/eccesso dai bianchi. Dai Beach Boys che rubano Sweet Little Sixteen a Chuck Berry e ne fanno Surfin' Usa in poi, si contano migliaia di esempi (non che prima non fosse mai accaduto...). Forse, solo l'hip hop si può dire parzialmente salvo da questo sadico meccanismo e proprio perchè, probabilmente, l'unico vero genere sempre del tutto in mano alla popolazione di colore. 
Col signore della foto (qui a sinistra - Hans Peter Lindstrom) arriva il colmo dei colmi: la disco, l'evoluzione dance/orchestrale del soul, una real-black-property (che già allora era però destinata a diventare un affare di bianchi) che trent'anni dopo risorge, brandita ad arte da un re norvegese biondo e dalla sua cricca nordica (Prins Thomas, Todd Terje e compagnia). La potenza dei contrari.
Eppure quel sapore, oggi, anche grazie al biondo Re Lindstrom, ha l'età giusta per ri-plasmare le piste da ballo. I bassi pulsanti, l'opera devastante dei synth, le orchestrazioni, l'uso della voce e del ritmo come veri e propri "organi sessuali", sono aspetti che, per la generazione 2K suscitano un fascino nuovo.
Cicli e ricicli, siamo alla solita storia.
Forse, se tutti fossimo più consapevoli di ciò che è già stato, ci emozioneremmo molto meno nei riguardi di un pò tutta la musica odierna.
La disco di Lindstrom è una rispettosa attualizzazione del passato, una amplificazione aggiornata delle stesse idee che facevano muovere i didietro dei padri e delle madri di chi oggi la ascolta. La vera arte di Lindstrom è la conoscenza. E non è poco.

Download:

 Pulp - Disco 2000

2 commenti:

jerry ha detto...

bellissimo post!complimenti x il blog,sempre molto interessante.

Deni ha detto...

Grazie Jerry
complimenti a te per i tuoi mixtape

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...