A certi dischi ci si avvicina quasi per caso e di straforo si entra dalla porta di servizio grazie alle collaborazioni interessanti di cui si permea. Come ad esempio quella di maestri batteristi Toby Dammit (Iggy Pop, Swans) e Budgie (The Creatures, Siouxsie and the Banshees, Slits) . E non di meno per il fatto di essere stato registrato e mixato nello studio di Thomas Stern degli Einstürzende Neubauten. A suggellare un’interesse che passo dopo passo si è fatto sempre piu concreto un’immaginario noir costruito sui magnifici scatti fotografici che ritraggono la protagonista come una novella Marlene Dietrich ma con l’aggressività e la carica sensuale di Betty Davis. Farsi affascinare non sarà il modo ideale per giudicare se ascoltare un album o meno, fatto sta che il disco sia una miscela perfetta tra i due luoghi in cui è stato creato: Berlino e Tijuana, trasformando una lavanderia a gettoni in uno studio di registrazione.
Al tempo stesso tribale e glamour come lei, Jessie Evans che da ex regina dell’oscurità, per una militanza decennale nel goth punk californiano (Subtonix, Vanishing, Autonervous), se ne esce alla luce del sole con il fascino sexy e caotico di una marinaretta naufragata, consegnandoci a modo suo un mondo esotico di ritmi e immagini che combinano romantiscismi latini a scene metropolitane. La musica si muove tra suoni afro beat e no wave, dove le percussioni richiamano rituali primitivi, il sax si perde per le strade di una New Orleans sconvolta in pieno Mardi Gras e la tromba alla sfilata di ballerini mariachi. Particolare e interessante questo “Is It Fire?”: un disco che brucia di una sensualità primordiale che canzone dopo canzone diventa inseparabile dal ritmo della musica stessa.
>>Jessie Evans - Scientist Of Love
>>Jessie Evans - Let Me On (Sondido Desconosido remix)
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