Label: V2 - 2009
C'era grande attesa per questo terzo album dei Soulsavers, il duo inglese composto da Rich Machin e Ian Glover. Dopo il successo del precedente album, dovuto anche alla forte presenza dell'incommensurabile ex front-man degli Screaming Trees, Mark Lanegan, i due hanno pensato bene di affidare la quasi totalità delle parti cantate al carismatico vocalist di Ellensburg, coinvolgendolo ulteriormente a livello compositivo e chiamando in causa una manciata di pluri-rinomati artisti, nonchè una illustre sconosciuta. Con queste premesse il rischio di tradire le aspettative era alto quanto l'attesa. Si comincia con un elegante strumentale, pianoforte ed arrangiamento d'archi, molto soave, la classica quiete prima della tempesta: in “Death Bells” il sommo Lanegan è coadiuvato da Gibby Haynes dei Buttholes Surfers in un viaggio elettrico, tra tappeti di tastiere, chitarre stratificate ed oblique in cui fa capolino anche un sax malato, difficile chiedere di più come inizio. "Unbalanced Pieces", con quella linea di basso ed il contorno di effetti e chitarre, potrebbe essere un brano dei Massive Attack, non fosse per la presenza di Lanegan e Mike Patton. Un brano noir dove l'incrocio vocale tra i due da vita ad uno spettacoloso ritornello dal retrogusto gospel. “You'll Miss Me When I Burn” è un classico di Will Oldham che viene rivisitato senza essere privato del suo minimalismo. Nessuna chitarra, solo pianoforte e voce (Lanegan), con un sottile arrangiamento d'archi e una voce femminile a far capolino nel finale. Magia. “Some Missunderstanding” potrebbe benissimo stare su un disco solista dell'ex leader degli Screaming Trees: il brano è un vecchio classico di Gene Clark (Byrds) che diventa di proprietà Laneganiana (qui in versione insolitamente morbida e delicata) dopo otto minuti da antologia. In “Shadows Fall” tornano i duetti (Richard Hawley), batteria spazzolata per atmosfere desertiche da blues notturno, con tanto di armonica e cori: 6 minuti e mezzo da far invidia alla premiata coppia Convertino/Burns. “Can't Catch The Train” è un'altra bellissima piano ballad che non sfigurerebbe su un disco di Nick Cave e “Pharoah's Charriot” con Jason Pierce (Spiritualized) arriva subito dopo ad oscurare il panorama. Gli ultimi tre brani vedono la giovane Red Ghost come protagonista, al secolo Rosa Agostino, giovane australiana di Sydney di evidenti origini italiane (...che a furia di spedir demo a Rich Machin...). Da sottolineare una “Rolling Sky” alimentata da un duetto psych/infernale (con Lanegan) di sette minuti, per un brano dal sapore Crimsoniano, con il sax sempre in bella vista. Chapeau.
Un'ora tonda di musica fatta dal sarto per l'autunno alle porte, ma destinata a durare nel tempo, e l'ennesima conferma che alla vigilia dei 45 anni, Lanegan non ha perso il tocco magico e riesce ancora a lasciare un segno profondo in ogni progetto che lo vede coinvolto.
PS: i Soulsavers saranno il 1 settembre sul palco dell'Estragon di Bologna e il 2 su quello del Magnolia di Milano.
Alessandro Valzania
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