Molto probabilmente nel 2009 il problema neanche si pone, ma sono sicuro che quanto leggerete sotto potrà offrire a molti qualche spunto di riflessione..
"Quanto a me, non riesco a non trovare buffo l'uso dell'espressione "de garagem" [da garage] per definire un rock selvaggio, essenziale e anti borghese, visto che sono cresciuto senza automobile e tra persone che non solo non ce l'avevano, ma non potevano nemmeno pensare di averne, un giorno, una. La semplice esistenza di un garage sarebbe stato per me uno status symbol. Senza dubbio, questa reazione è molto più comprensibile in un bambino cresciuto a Santo Amaro che in un altro cresciuto a Sao Paulo. Soprattutto è più comprensibile in un bambino cresciuto nel Brasile degli anni cinquanta, ossia prima dell'avvento dell'indrustria automobilistica, che in un bambino di oggi. In ogni modo, un americano di certo troverebbe strana lo nostra meraviglia di fronte all'elezione del garage come covo della sovversione- il che la dice lunga sulle nostre differenze economiche, ma anche sugli strani ammortizzatori che gli impatti culturali dei fenomeni di massa del cosidetto "Primo mondo" trovano in paesi come il Brasile. Così, un giovane brasiliano di talento, amante del rock e desideroso di sviluppare uno stile proprio all'interno del genere, alla fine degli anni Cinquanta si trovava ad affrontare non solo l'ultramelodica tradizione musicale brasiliana di stampo portoghese-africano e con velleità italiane - e tutte le pastoie cattoliche del nostro immaginario-, ma anche la difficoltà di decidere se affermarsi socialmente come un paria o come un privilegiato." (tratto dal libro di Caetano Veloso "Verità Tropicale", ed. Feltrinelli, 1997)
C.Cavallaro
MP3:
CAETANO VELOSO
'Billie Jean/Eleanor Rigby'
(1986)
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