28/08/09

FREQUENZE DEPRIMENTI

- Provocazioni & istigazioni a delinquere a cura di Francesco Farabegoli -


Buongiorno. È fine agosto, sono tornato al lavoro, mi sono perso il concerto dei Pontiak e la vita fa schifo in molti altri modi che non vi sto ad elencare. La puntata di oggi, anyway, è dedicata alla concorrenza. Vale a dire i più assurdi e depressi blog sulla musica pesa e/o sulla musica e basta che vi possa capitare di leggere. La scelta è limitata, per motivi di arbitraggio (come a dire che sono io a scrivere il pezzo) a blog in italiano che conosciamo io e alcuni amici miei che ho interpellato al momento della ricerca.


PRIMO
l’anti-indieblog per antonomasia, la radice da cui tutti i blog antipatici e supponenti hanno preso, anche involontariamente malati. Si chiama Stillill e a quanto ne so l’autore è sempre rimasto anonimo. Ora il layout non permette di vedere cosa c’è scritto, a meno che non selezioniate il testo –si tratta comunque di una serie di insulti a destra e a manca verso gruppi indie, blogger, personaggi della scena e gente così. Nei giorni dell’agonia di Giovanni Paolo viene scritto l’ultimo post: “Questa tensione mi sta uccidendo. Se schiatta chiudo il blog.” Karol W. è morto di lì a poco. Anche il blog.

SECONDO
Indie Passere. Si tratta di un blog di nuova generazione dedicato a cantanti e musiciste indie, con le foto più esplicite a disposizione e tutto ciò che c’è da dire a commento. Una probabile dichiarazione estetica sta nel post sugli HTRK: “cosa fa un gruppo quando non conta un cazzo? Tira fuori le tette della cantante”. Che dire.

TERZO
Uuuuu . Questo non parla di musica in senso stretto, ma certe fonti vicino all’autore lo danno in forze ad un gruppo indie italiano che non nomino (ma credo non ve ne fregherebbe nulla). È troppo bello per dirvi di cosa si tratta, ma facciamolo. Nasce come una sorta di presa di posizione, e DA CINQUE ANNI viene ininterrottamente/costantemente/insistentemente aggiornato con lo stesso post (“uuuuu”). PERSEVERANZA.

QUARTO
Spadrillasindamist - due tizi tra cui il Pecora, uno dei massimi autori di scritti sulla musica dell’Italia contemporanea. Il blog sembra una specie di resoconto fedele di ciò che succede nel loro cervello, vale a dire troppe informazioni tutte allo stesso momento e non appannaggio di tutti voi. Immancabile.

QUINTO
Solo Macello. Si tratta di gente del giro Macello Magnolia -postano sempre meno, in realtà- la quale cerca di ridurre ogni tipo di chiacchiera in merito allo SGRATTOA a pochi concetti essenziali, tipo l’ultima attenta analisi del nuovo disco di Devin Townsend Il disco per essere certi che ne stiate alla larga si chiama KI (nome derivato dall'esclamazione del primo al mondo che ha sentito i demo e ha detto, testualmente, "Chi cazzo se la compra 'sta vascata di merda?") e lo pubblica la Inside Out, che è una delle etichette discografiche che in questo momento sta assumendo personale piuttosto che licenziarlo: per gestire tutte quelle copie rese al mittente ci vanno braccia extra. Tipo Stefano Tamburini versione metal estremo e/o 2.0 (prossimo FD: cinque differenze tra metal estremo e 2.0) Spoiler alert: contiene offese a personaggi di primo piano della religione cattolica.

SESTO
Complotto e mezzo sottotitolo: chi paga per i peccati dell’indie? Potrei leggerlo per decenni e non comprendere appieno quale sia il punto. Il protagonista è un tizio che scrive anche per Blow Up (non che questo ci porti più vicini al punto) e in passato –assieme a certi suoi degni compari del giro intellighenzia indieblogger quando ancora non davano il permesso a tutti di aprirne uno- ha codificato l’indieblogging come nuova P2 (ho anche un paio di spillette P2.0, giuro), elaborando una grammatica alternativa del fare, scrivere e produrre musica indie pop di merda secondo il quale la mafia è il fine e vendere dischi/rimediar passera è il mezzo –o anche no. Saprei spiegarvelo meglio dal vivo, se non fossi dislessico.

SETTIMO
Stalking Valido. Probabilmente non lo sapete, ma il blogger più importante d’italia non ha un blog. Si fa chiamare Valido, vive/lavora a Londra e scrive a scrocco su Stereogram, Polaroid, Inkiostro e altra paccottiglia del genere (oltre a far comparsate su una mezza dozzina di programmi radio). Ma non ha un blog. Ad oggi, tuttavia, è l’unico blogger italiano che ha goduto di un fan club: quattro o cinque segaioli ne seguivano tutte le mosse tra Carpi e Londra, interviste, spostamenti, articoli venduti a blog fuori dal giro e guest appearances. Attualmente pare che il fan club abbia smesso di seguirne le mosse. Speriamo in una nuova generazione di fan.

Fine. Volevo arrivare a dieci, ma anche no. Ci ribecchiamo a settembre. Non necessariamente per allora sarete persone migliori. Nemmeno io.

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