A tre anni di distanza dal precedente So Divided, la band texana dal nome interminabile torna con un nuovo album (per una nuova etichetta), di cui avevamo avuto qualche anticipazione in chiusura di 2008 con l'EP Festival Thyme.
Quasi 54 minuti, per 13 nuovi brani, due dei quali per la verità già sentiti nell'EP di cui sopra, sebbene in versioni leggermente differenti.
Il disco si apre, come d'uso per la band, con il classico ed evocativo brano strumentale in crescendo, Giant Causeway, che sfuma per l'irruenta apertura delle danze, affidata a For Pavillions, che nei suoi 5 rabbiosi minuti, fa capire che anche dopo oltre 10 anni la fiamma è ancora accesa, rabbia e urgenza post-punk in uno splendido intreccio di voci tra Conrad e Jason, che prima sfuma in un coro ancestrale, salvo poi riemergerne per andarvi a scemare. Se il buongiorno si vede dal mattino...
Con Isis (nome ricorrente nella discografia della band) Unveiled si torna a suggestive atmosfere decadenti e progressive dai tonici epici, un brano che prima accelera, poi rallenta sino a fermarsi quasi, per poi ripartire e chiudersi col pedale dell'acceleratore a fine corsa. Una sorta di “Will You Smile Again For me 2.0”, ennesima conferma dell'eclettismo dei ragazzi di Austin.
Halcyon Days è una mini opera-rock, una suite di 6 minuti e mezzo per palati fini, con picchi emozionali rari, da porre subito tra gli highlight assoluti della band.
Bells of Creations verte su un evocativo giro di piano che esplode nel finale, e sarà proprio il piano protagonista nell'ultima parte dell'album, sempre in evidenza anche nella solenne Fields of Coal, brano che apre una parte più riflessiva del disco.
Il travolgente crescendo puntellato dal pianoforte di Inland Sea, e le atmosfere a tratti soffuse della soave Luna Park, portano a quel raffinato affresco melodico che è Picture of an Only Child, brano dall'epico crescendo emotivo.
Insatiable One è un piccolo gioiellino voce/piano che fa da interludio alla rabbia di Ascending, ultima esplosione punk, con voci sfalsate e intramezzata da un coro marziale.
An August Theme è la degna introduzione al gran finale di Insatiable Two, sublime rilettura ed ampliamento della quasi omonima, questa volta con la band a pieno organico, per un finale maestoso e corale.
Menzione d'obbligo per il bellissimo artwork, curato ancora una volta dal leader Conrad Keely, specialmente per quanto riguarda la Limited Edition Digipak che vanta come bonus un Dvd. Un piccolo show di circa un'ora, che ad esclusione della nuova “Bells Of Creation” attinge unicamente ai primi 2 album. Un'ottima occasione per chi non avesse avuto modo di vederli live nel loro recente passaggio, in quel dell'Estragon di Bologna.
Quasi 54 minuti, per 13 nuovi brani, due dei quali per la verità già sentiti nell'EP di cui sopra, sebbene in versioni leggermente differenti.
Il disco si apre, come d'uso per la band, con il classico ed evocativo brano strumentale in crescendo, Giant Causeway, che sfuma per l'irruenta apertura delle danze, affidata a For Pavillions, che nei suoi 5 rabbiosi minuti, fa capire che anche dopo oltre 10 anni la fiamma è ancora accesa, rabbia e urgenza post-punk in uno splendido intreccio di voci tra Conrad e Jason, che prima sfuma in un coro ancestrale, salvo poi riemergerne per andarvi a scemare. Se il buongiorno si vede dal mattino...
Con Isis (nome ricorrente nella discografia della band) Unveiled si torna a suggestive atmosfere decadenti e progressive dai tonici epici, un brano che prima accelera, poi rallenta sino a fermarsi quasi, per poi ripartire e chiudersi col pedale dell'acceleratore a fine corsa. Una sorta di “Will You Smile Again For me 2.0”, ennesima conferma dell'eclettismo dei ragazzi di Austin.
Halcyon Days è una mini opera-rock, una suite di 6 minuti e mezzo per palati fini, con picchi emozionali rari, da porre subito tra gli highlight assoluti della band.
Bells of Creations verte su un evocativo giro di piano che esplode nel finale, e sarà proprio il piano protagonista nell'ultima parte dell'album, sempre in evidenza anche nella solenne Fields of Coal, brano che apre una parte più riflessiva del disco.
Il travolgente crescendo puntellato dal pianoforte di Inland Sea, e le atmosfere a tratti soffuse della soave Luna Park, portano a quel raffinato affresco melodico che è Picture of an Only Child, brano dall'epico crescendo emotivo.
Insatiable One è un piccolo gioiellino voce/piano che fa da interludio alla rabbia di Ascending, ultima esplosione punk, con voci sfalsate e intramezzata da un coro marziale.
An August Theme è la degna introduzione al gran finale di Insatiable Two, sublime rilettura ed ampliamento della quasi omonima, questa volta con la band a pieno organico, per un finale maestoso e corale.
Menzione d'obbligo per il bellissimo artwork, curato ancora una volta dal leader Conrad Keely, specialmente per quanto riguarda la Limited Edition Digipak che vanta come bonus un Dvd. Un piccolo show di circa un'ora, che ad esclusione della nuova “Bells Of Creation” attinge unicamente ai primi 2 album. Un'ottima occasione per chi non avesse avuto modo di vederli live nel loro recente passaggio, in quel dell'Estragon di Bologna.
Alessandro Valzania
3 commenti:
Benvenuto Ale !
Piacere mio. :-)
Grazie Deni.
Benvenuto!!!
;)
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