16/03/09

THE INVISIBLE "THE INVISIBLE"

- Frequenze Review -


Davvero affascinante come certe cose possano apparire simili senza mai esserlo veramente fino in fondo. Uno skip veloce su The Invisible e il fantasma dei Tv On The Radio ti danza inequivocabilmente davanti. In effetti, i punti di contatto fra le 2 band sono parecchi, eppure c'è qualcosa di estremamente seducente che non ti permette di prendere il disco di questi inglesi come una semplice e banale copia senza sostanza.
Innanzitutto il fatto che siano tre musicisti con la emme maiuscola (e questo si sente da subito). E poi una voce venata di soul che incornicia un crossover di stili di "matrice white" rimane un miscuglio sostanzioso già sulla carta e merita un ascolto più approfondito.
Fattostà che il tempo gioca a loro favore. Pian piano, la personalità degli invisibili acquista forma propria. Un pop pensieroso e sensuale (Monster Waltz), fatto di passaggi disco e funk (London Girl, Jacob and the Angel), bassi grossi e rotondi, ma anche folk song dolci (Tally Of Soul) e spiritate (Spiral, In Retrograde) e curve che diventano angoli improvvisi (Baby Doll, Climate Revelation).
Un colorato trio londinese (Dave Okumu, Leo Taylor e Tom Herbert) che, separatamente, collabora da diverso tempo con realtà molto importanti della scena indipendente (Jade Fox, Matthew Herbert, Zongamin, Polar Bear, Hot Chip, Roisin Murphy, Ladyhawke) e che è fortemente ispirato dalla voce e dalla chitarra di Dave Okumu, un "black Sir" che , da sua stessa ammissione, ha Shuggie Otis e Chaka Khan nel cuore e Radiohead e Sonic Youth, per istinto, sulla punta delle dita.
Mentre le testate giornalistiche specializzate si concentrano a ragione su paragoni concernenti una decina buona di nomi (da Marvin Gaye ai Talk Talk, passando da Prince, Scriti Politti echipiùnehapiùnemetta), è interessante proporre una unica e più stimolante comparazione: David Bowie. Prima di affrontare The Invisible (ma anche buona produzione dei TVOTR) si ascolti, per esempio, l'album Let's Dance (1983) del Duca bianco. La wave che incontra il soul? La disco inquadrata da pallidi e spigolosi recessi elettrici? Bowie ha chiaro e scuro già negli occhi...
In ogni caso, in Inghilterra esiste una risposta attuale a ciò che da qualche anno sembrava un patchwork musicale esclusivamente Newyorkese. Per questo, una certa attenzione è dovuta e guadagnata sul campo.

(Mp3) The Invisible - Ok

The Invisible Myspace

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